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Israele vuole Blair come "mediatore" per esodare gli abitanti di Gaza
di
Pierpaolo Minardi
Mentre a quanto pare Londra si sta preparando a bombardare dall'alto gli Houti, l'ex primo ministro britannico Tony Blair sarebbe stato in Israele la settimana scorsa per "incontri segreti con il primo ministro Benjamin Netanyahu e ministro del gabinetto di guerra Benny Gantz", secondo un articolo del Jerusalem Post.
Secondo un post su X del ministro della polizia israeliano Itamar Ben-Gvir, Blair ha discusso con Netanyahu dell’assunzione del ruolo di “mediatore” che guiderà la Nakba di Gaza del 2023, in riferimento alla Nakba palestinese del 1948 in cui i palestinesi furono costretti a lasciare la loro terra in seguito a una serie di massacri da parte di coloni e truppe israeliane.
Ben-Gvir ha accolto con favore, nel suo incarico, l'idea che Blair "diriga una task force che promuoverà l'emigrazione dei residenti di Gaza verso altri paesi del mondo".
Ricordiamo che l'ex primo ministro britannico fu soprannominato "Bomber Blair" dopo aver indotto in errore il parlamento e l'opinione pubblica britannica (e mondiale) con false prove per bombardare l'Iraq.
A sua volta, il Jerusalem Post ha confermato che "è stata ventilata l'idea che l'ex primo ministro britannico fungesse da mediatore", sottolineando il passato di Blair in questioni "che ruotano attorno alla questione dei palestinesi sfollati". Inoltre, il quotidiano israeliano ha anche sottolineato che, in tutto questo suo ruolo, Blair ha svolto il ruolo di "collegamento per comunicare le esigenze di sicurezza di Israele al mondo occidentale".
Il Jerusalem Post ha fatto le sue affermazioni citando N12, un altro media israeliano, che ha riferito che Blair era nella posizione di agire come "mediatore" nella Gaza del dopoguerra, nonostante il continuo fallimento delle forze di occupazione israeliane nel contenere o eliminare la Resistenza palestinese nel paese dalla Striscia. Secondo N12, Blair avrebbe il compito di “esaminare” se i paesi occidentali sarebbero disposti ad accogliere i rifugiati palestinesi.
Già l'Egitto di era rifiutato di accogliere un milione di palestinesi da Gaza e non solo per motivi logistici e assistenziali, ma perché i palestinesi non se ne vogliono andare dalle terre che occupano legittimamente in base all stessa risoluzione ONU che ha destinato a Israele il territorio su cui è nato lo stato israeliano.
Quindi a prescindere dalla disponibilità all'accoglienza, l'esodo forzato di un popolo che viveva su quel territorio da prima dell'arrivo degli ebrei europei nel 1948 sarebbe forzato e illegittimo.
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