Osservatorio sulla legalita' e sui diritti
Osservatorio sulla legalita' onlusscopi, attivita', referenti, i comitati, il presidenteinvia domande, interventi, suggerimentihome osservatorio onlusnews settimanale gratuitaprima pagina
23 dicembre 2023
tutti gli speciali

Israele sta perdendo contro Hamas ma non lo ammette, dice esperto
di Gabriella Mira Marq

Secondo Paul Rogers, professore emerito di studi sulla pace all'Università di Bradford, Israele sta perdendo la guerra contro Hamas, ma Netanyahu e il suo governo non lo ammetteranno mai. La narrazione ufficiale è stata che Hamas è indebolito, ma in realtà la dottrina dell'IDF della forza massiccia sta fallendo.

Sembra di rivedere la storia della Russia e dell'Ucraina, solo che qui lo stato più forte sta prendendo di mira ospedali, scuole, luoghi di culto, giornalisti e soprattutto la popolazione civile composta per lo più da bambini e donne con bombardamenti mirati, assediandola, affamandola e commettendo molti altri crimini di guerra.

Secondo il parere del prof. Rogers sul Guardian, fino a poco tempo fa la narrativa di guerra su Gaza è stata in gran parte controllata dalle Forze di Difesa Israeliane (IDF) e dal Ministero della Difesa del paese con l'idea di un Hamas gravemente indebolito a fronte di una prevalenza israeliana a nord di Gaza e un prossimo successo nel sud di Gaza. Narrazione che è stata aiutata dalle gravi difficoltà per i pochi giornalisti che ancora operano a Gaza, tra cui il rischio per la loro sicurezza personale, mentre il corpo della stampa internazionale era bloccato a Gerusalemme e dipendeva da fonti dell'IDF per gran parte delle loro informazioni.

Però - sottolinea Rogers - è poi emerso un quadro diverso quando è stata messa in dubbio l’affermazione dell’IDF di un quartier generale di Hamas sotto l’ospedale di al-Shifa e Tel Aviv non è riuscita ad identificare la posizione degli ostaggi israeliani, nonostante disponesse di una delle intelligence più avanzate al mondo.

Inoltre il 12 dicembre i paramilitari di Hamas hanno organizzato una tripla imboscata in una zona di Gaza presumibilmente controllata dalle forze israeliane e vi sono cadute prima un'unità dell'IDF e poi i rinforzi mandati ad aiutarla. Dieci soldati dell'IDF sarebbero stati uccisi e altri gravemente feriti, e fra loro diversi ufficiali della brigata d'élite Golani. Il fatto che Hamas, presumibilmente decimato e con migliaia di soldati già uccisi, possa organizzare un’operazione del genere in un distretto già sotto il controllo dell’IDF, dovrebbe sollevare dubbi sull’idea che Israele stia facendo progressi sostanziali nella guerra, evidenzia il professore.

Pochi giorni dopo tre ostaggi israeliani sono riusciti a sfuggire ai loro sequestratori, per poi essere uccisi dai soldati dell'IDF, anche se a torso nudo e con una bandiera bianca e questo ha peggiorato la situazione provocando notevole rabbia in Israele, tanto più che le chiamate degli ostaggi erano state captate da mezzo dell'esercito di Israele cinque giorni prima che fossero uccisi.

Successivamente, il principale quotidiano israeliano, Yedioth Ahronoth, basandosi su fonti del ministero della Difesa che più di 2.000 soldati dell'IDF erano stati registrati come disabili suggerendo un bilancio delle vittime molto più alto di quello ufficiale, che è di 460 militari uccisi a Gaza, in Israele e nella Cisgiordania occupata e di circa 1.900 feriti. Il Times of Israel ha riportato che il numero dei soldati e altre forze israeliane feriti è pari a 6.125 e ci sono state anche numerose vittime di fuoco amico.

Fra i critici della strategia di Tel Aviv l’ex ministro della Difesa britannico, Ben Wallace, che ha messo in guardia contro un impatto che durerà 50 anni. Perfino l’amministrazione Biden è profondamente a disagio per ciò che sta accadendo, ma Benjamin Netanyahu e il gabinetto di guerra sono determinati a continuare il più a lungo possibile.

Ma il motivo dietro gli intensi raid aerei e al costo di vite palestinesi è proprio il fatto che i comandanti dell'IDF sono sottoposti a un'enorme pressione per avere successo anche se comprendono che le cose non stanno volgendo in favore di Israele e che "Hamas, o almeno le idee di Hamas, non possono essere sconfitte con la forza militare". Quindi fanno più danno possibile fino a che Netanyahu e la minoranza estremista di fondamentalisti religiosi e sionisti che lo sostengono lo permetteranno. "Non solo Israele rischia di diventare uno stato paria, anche tra i suoi alleati, - dice il professor Rogers - ma alimenterà anche una generazione di opposizione radicale da parte di un Hamas ricostituito o del suo inevitabile successore".

Per lo studioso, "Israele ha bisogno di essere salvato da se stesso, ma questo dipenderà, più di ogni altra cosa, da Joe Biden e dalle persone che lo circondano. Forse spinti dal rapido cambiamento dell'umore dell'opinione pubblica nell'Europa occidentale, devono riconoscere il loro ruolo nel porre immediatamente fine a questo conflitto".

Purtroppo noi che guardiamo sappiamo di avere governanti di scarsa caratura proni agli USA, quindi dobbiamo solo sperare che l'amministrazione Biden tema un impatto negativo sulle possibilità del presidente uscente alle prossime presidenziali.


per approfondire...

Dossier diritti

_____
NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI
CITANDO L'AUTORE E LINKANDO
www.osservatoriosullalegalita.org

°
avviso legale