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Israele fallisce nell'eliminare Hamas che cresce nei sondaggi
di
Alessandro Ferretti *
Come ampiamente prevedibile, l’obiettivo di Netanyahu di “eliminare Hamas” si sta dimostrando irrealistico. Dopo un mese e mezzo di operazioni a terra, l’altro ieri l’IDF ha avuto dieci morti in un solo giorno, il che fa supporre che la resistenza sia tutt’altro che azzerata. Inoltre, ci sono ancora oltre cento ostaggi/prigionieri di guerra in mano ad Hamas: Netanyahu aveva promesso di liberarli con la forza, e il mancato raggiungimento di tale obiettivo è un segno evidente e inequivocabile del fallimento strategico della rappresaglia.
Ancora più preoccupanti per il governo israeliano sono i risultati di un sondaggio condotto in Cisgiordania e a Gaza tra il 22 novembre e il 2 dicembre, che mostrano come il sostegno ad Hamas a Gaza sia addirittura aumentato (dal 38% al 42%) e questo nonostante tutto quello che hanno sofferto i gazawi. Due terzi dei rispondenti hanno avuto almeno un familiare ucciso o ferito, oltre la metà non ha cibo/acqua sufficiente per una giornata e due terzi non hanno accesso a un posto dove possono procurarselo. Non solo: in Cisgiordania il supporto ad Hamas è più che triplicato, passando dal 12% al 44%: probabile conseguenza della violenza scatenata da esercito e coloni su una popolazione che non aveva alcuna responsabilità, neanche indiretta, per l’attacco del 7 ottobre. (*)
L’obiettivo di “eliminare Hamas” è insomma più lontano che mai: anche se si eliminassero altri militanti, la crescita del consenso intorno alla risposta armata all’occupante israeliano indica che verrebbero rapidamente sostituiti da nuove leve. Israele si avvia quindi verso una sconfitta strategica dalle conseguenze difficili da immaginare, proprio mentre la crescita intollerabilmente lenta ma inesorabile della pressione internazionale (Italia esclusa, purtroppo) segnala che il tempo rimasto per l’opzione militare sta scadendo.
Cosa succederà a medio-lungo termine è più materia per chiaroveggenti che per studiosi, purtroppo però è facile prevedere cosa succederà a breve termine. E’ piuttosto chiaro che a questo punto l’operazione militare a Gaza punta soprattutto a infliggere ai palestinesi una punizione collettiva così terrificante da dissuaderli da ogni ulteriore azione futura. Ora che il tempo concesso dai complici statunitensi si avvia alla conclusione, l’esercito non ha più motivi per arginare la propria ferocia e quindi sfrutterà i giorni rimanenti per un’escalation ulteriore delle uccisioni, delle devastazioni e dei soprusi non solo a Gaza ma anche in Cisgiordania, forse anche nella speranza di provocare una reazione eclatante da sfruttare per “legittimare” la prosecuzione dei massacri.
I prossimi giorni saranno quindi un autentico inferno per tutti i palestinesi, ancor più di quanto lo siano stati i giorni passati. La speranza è che la mobilitazione internazionale cresca al punto da avvicinare il più possibile la fine delle grandi operazioni militari.. ed è su questo ultimo punto mi corre l’obbligo di registrare il clamoroso disinteresse che il massacro ha suscitato non solo nella sinistra istituzionale, ma anche nella galassia della sinistra radicale italica.
Mentre quasi tutti quelli che incentrano la loro azione sull’anticolonialismo si sono ampiamente e generosamente attivati, lo stesso non si può proprio dire di coloro che si occupano principalmente di altri questioni. Molti non hanno speso neanche una mezza parola sugli avvenimenti in Palestina e hanno continuato a trattare i loro temi come se nulla di importante stesse succedendo nel mondo.
Purtroppo, nonostante molti proclami e altrettanti buoni propositi, è dolorosamente evidente quanto l’intersezionalità delle lotte sia ancora solo una lontana utopia.
(*) Nota: questo non implica necessariamente che i palestinesi siano d’accordo con i crimini imputati ad Hamas il 7 ottobre. Il 52% degli intervistati ritiene che prendere ostaggi civili sia illegale, e il 78% ritiene che non si debbano attaccare civili nelle loro case. Però, solo il 14% degli intervistati ha dichiarato di aver visto video di azioni di Hamas contro i civili israeliani: questo dato, unito all’impressionante quantità di bugie che governo ed esercito israeliano hanno prodotto negli anni e continuano a produrre, potrebbe spiegare il motivo per cui solo il 10% ritenga che Hamas abbia commesso crimini.
* Coordinatore Commissione Pace dell'Osservatorio
 
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