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03 dicembre 2023
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Israele: diritto internazionale citato solo quando fa comodo
di Rita Guma *

Israele e i paesi che lo sostengono invoca costantemente il diritto alla difesa di uno stato ma nessuno richiama la cornice legale entro cui tale stato può agire per difendersi senza commettere crimini di guerra. Fra le poche persone che lo hanno fatto con cenni più o meno dettagliati ai comportamenti lesivi del diritto internazionale tenuti dai governi di Israele negli ultimi decenni o dopo il 7 ottobre sono da annoverare Elena Basile e Francesca Albanese, non a caso attaccate dai soliti asserviti alla propaganda.

Anche il giornalista Fulvio Grimaldi, che è stato inviato di guerra per oltre mezzo secolo, in un discorso ha ben sintetizzato due importanti punti che demoliscono in parte la narrativa di Tel Aviv.
Il primo punto riguarda il paragone fra i civili israeliani e quelli palestinesi. Quelli israeliani, dice Grimaldi, non sono civili, in quanto tutti i cittadini israeliani devono svolgere il servizio di leva per tre anni, dopo di che entrano nell'esercito o diventano riservisti e quindi sono tutti militari che possono essere chiamati a servire in qualsiasi momento. A suo giudizio ciò permette di ritenerli bersaglio degli occupati. Ovviamente da questo discorso, qualora condiviso, dovremmo escludere coloro che non hanno svolto il servizio militare, quindi minori e disabili.
L'altro punto riguarda il fatto che le leggi internazionali prevedono la legittimità delle azioni armate dei colonizzati contro i colonizzatori (1) e quindi nei territori occupati e in qualsiasi altro luogo dove le terre, le case, i campi dei palestinesi siano stati espropriati e occupati da israeliani, questi sono coloni e come tali possono essere attaccati in quella che legalmente può essere riconosciuta come lotta armata di liberazione. Pertanto ogni palestinese, trovandosi di fronte un israeliano, si troverebbe di fronte ad un colonizzatore, occupante e probabilmente anche militare attivo o in riserva.

Ricordo che i coloni - guidati o meno da ministri del governo Netanyahu, protetti o meno dall'esercito israeliano e prima o dopo il 7 ottobre - non si fanno scrupolo di attaccare e uccidere i palestinesi, anche bambini, anche in Cisgiordania. Ne abbiamo riportato cronaca molte volte e anche documenti dell'ONU lo denunciano.

Aggiungo che - oltre che per la propaganda - è necessario screditare in ogni modo l'azione dei combattenti palestinesi inventando falsi stupri per i quali non ci sarebbe stato nemmeno il tempo, e false decapitazioni di bambini perché - quando qualcuno dovesse ricordarsi delle norme internazionali sui colonizzati e gli occupati - non si possa parlare di normale lotta di liberazione ma di eccessi che non possano essere annoverati come resistenza armata.

Da notare piuttosto come, in qualità di potenza occupante, prima e dopo la dichiarazione di guerra, Israele non potrebbe fare tutta una serie di azioni che ha invece messo in atto durante la guerra che dice di poter legalmente fare per autodifesa, quindi la sta facendo illegalmente, come si rileva dalle seguenti norme internazionali:

- Art. 50 Regolamento Aja del 1907 e art. 33 della Quarta Convenzione di Ginevra: è vietato alla potenza occupante sottoporre l'intera popolazione del territorio occupato a una punizione collettiva per un atto commesso da alcuni suoi membri;
- Art. 54 Primo Protocollo Addizionale del 1977, Statuto della Corte Penale Internazionale: le risposte militari devono rispettare i principi di precauzione, distinzione tra combattenti e civili, proporzionalità e in nessun caso devono includere bombardamenti indiscriminati e pratiche di starvation, ossia far soffrire la fame ai civili come metodo di combattimento;
- Art. 51 del Primo Protocollo Addizionale del 1997, Statuto della Corte Penale Internazionale: sono vietate rappresaglie di guerra, quale l'interruzione dell'accesso all'acqua potabile e alle fonti di energia per tutta la popolazione civile;
- Art. 55 Quarta Convenzione di Ginevra del 1949: la potenza occupante ha l'obbligo di fornire cibo e materiale medico alla popolazione del territorio occupato.
- Art. 85 Regolamento Aja del 1907: è vietato il trasferimento forzato della popolazione civile per poter creare zone dove le operazioni belliche possano essere condotte liberamente.

I politici che sostengono l'azione di Israele attuata con queste modalità conoscono molto bene queste norme e fingono di non vedere. Sarà una magra consolazione che vengano citate se e quando Netanyahu e i suoi dovessero essere perseguiti presso la Corte Penale Internazionale.

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(1) Risoluzione ONU n.37/43 del 1982: "Considerando che la negazione dei diritti inalienabili del popolo palestinese all’autodeterminazione, alla sovranità, all’indipendenza e al ritorno in Palestina e i ripetuti atti di aggressione da parte di Israele contro i popoli della regione costituiscono una grave minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale (...)
2. Riafferma la legittimità della lotta dei popoli per l'indipendenza, l'integrità territoriale, l'unità nazionale e la liberazione dalla dominazione coloniale e straniera e dall'occupazione straniera con tutti i mezzi disponibili, compresa la lotta armata;
3. Riafferma il diritto inalienabile del popolo namibiano, del popolo palestinese e di tutti i popoli sotto la dominazione straniera e coloniale all'autodeterminazione, all'indipendenza nazionale, all'integrità territoriale, all'unità nazionale e alla sovranità senza interferenze esterne".

* Presidente Osservatorio


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