Relatori del convegno MOBBING
E STALKING aspetti penali, procedurali e civili
ABSTRACT
dell'INTERVENTO di Gemma GUALDI*
Magistrato
presso il Tribunale di Milano
TITOLO:
"I prevaricatori seriali: esperienze giudiziarie"
La
dott.ssa Gualdi ha sottolineato che nella sua esperienza di
applicazione quotidiana, la norma sullo stalking, che crea
così profonde obiezioni, circa la tecnica legislativa prescelta,
circa i profili di determinatezza o meno nella fattispecie,
circa dubbi di legittimità costituzionale nel dettato della
norma, è tuttavia grandemente abbracciata dai cittadini che
invadono i tavoli del Tribunale di maree di querele. Cittadini
che sono proprio coloro a cui ontologicamente è diretta la
legge penale, tanto più una legge penale che è estrema ratio
di tutela di un bene giuridico.
Affrontando
il tema dei prevaricatori seriali, la Relatrice ha reso noto
che al centralino appositamente istituito per questo genere
di reati arrivano circa 18/20 mila telefonate in un anno,
il che evidenzia l'importanza statistica del fenomeno. Secondo
l'esperienza, la marea di denunce deve essere suddivisa tra
quelle pacificamente infondate - quelle strumentali ad esempio,
ad un procedimento per separazione giudiziale in corso, ad
una questione di eredità ad altre controversie - a quelle
corrispondenti a dei dati penalmente rilevanti.
La
dott.ssa Gualdi ha evidenziato che il primo rischio che il
magistrato corre nella sua attività è quello di procedere
a questa distinzione, concentrandosi esclusivamente su quelle
querele che abbiano serio fondamento. La Relatrice ha messo
in guardia dal pericolo, in
questa fattispecie di reato,
di archiviare, pericolo enorme perchè è proprio il tipo di
reato per com'è posto nella sua natura
che induce al rischio di sottovalutare dei fatti contenuti
nella specifica querela che in quel momento si sta osservando
e che in sè e per sè considerati appaiono assolutamente irrilevanti
ma che assumono un contorno completamente difforme se insieme
a quella specifica querela si valuta il contenuto di tutte
le altre denunce che possono essere alla stessa collegate.
E' una norma che, per come è posta, perchè presuppone l'elemento
della prevaricazione seriale, dell'abitualità, da sì che la
valutazione del singolo fatto contenuto nella singola querela
sia totalmente insufficiente a comprendere il dato. E allora,
ha rilevato la Relatrice, delle due l'una: o effettivamente
quella situazione di fatto è contenuta in quella quereletta
ed allora si fa bene ad archiviare, oppure si sbaglia grandemente,
perchè quella valutazione del fatto deve essere posta in correlazione
ad una vicenda complessiva che proceduralmente si fraziona
per sua natura in molte querele.
C'è
un altro elemento da considerare: c'è una qualità peculiare
dell'autore di questi reati, perchè lo stalker, nell'esperienza
della Relatrice, è, a volte, una persona qualunque, è una
persona per bene e questo aggrava di molto i possibili errori
del magistrato nei momenti un cui si trova a valutare una
querela.
La
dott.ssa Gualdi ha illustrato un caso pratico, in cui dal
novembre di un anno all'aprile dell'anno successivo sono state
presentate più di 10 denunce, tutte gravissime, e all'inizio
tutte archiviate: la parte offesa era una persona laureata,
con ottimo lavoro, normalissima, l'autore del reato un professionista
serissimo, con lavoro, case e famiglia, persona ben inserita
nella struttura sociale. Tuttavia questo stalker corrispondeva
al profilo di chi sia totalmente incapace di elaborare una
perdita ma ha la pretesa violenta di considerare il proprio
soggetto d'amore come un oggetto, come qualcosa da possedere,
come territorio da dominare.
La Relatrice ha detto di condividere l'ipotesi di una struttura
di reato come reato di pericolo concreto, rifacendosi al secondo
evento valutato dalla fattispecie: “per ingenerare un fondato
timore per l'incolumità propria e dei prossimi congiunti”.
Riguardo
al problema della indeterminatezza, la dott.ssa Gualdi ha
fatto appello alla professionalità dei magistrati e degli
avvocati per rendere più concreta e tutelata l'applicazione
di questa norma. Riguardo ai danni psichici, la Relatrice
ha ricordato che in ogni condanna di cui ha avuto esperienza
ha sempre visto perizie medico legali che ne accertavano l'esistenza,
la cura con farmaci e la sottoposizione a mille problemi medici.
I dati degli scienziati psichiatrici - ha sottolineato la
Relatrice - riferiscono che lo scopo degli stalker non è disturbare,
ma possedere la persona altrui e in questi soggetti il dolore
sofferto che produce l'atteggiamento dello stalker seriale
si dice che abbia una sola cura: la morte dell'oggetto d'amore
assente. E'
proprio una distruzione psichica dell'altro per impedirgli
una vita normale nel suo normale ambito operativo.
La dott.ssa Gualdi ha concluso esprimendo la convinzione che
ciascuno debba impegnarsi a fondo nel proprio ruolo: il legislatore
probabilmente dovrà cercare di rendere le norme un pò più
corrette secondo i principi costituzionali, il giudice dovrà
cercare di essere molto severo sia nella valutazione delle
prove che circa gli elementi costitutivi del reato e i difensori
dovranno cercare di fare meravigliosamente il proprio mestiere
perchè è proprio una di quelle norme in cui il ruolo del difensore
è fondamentale.
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