C'era
una volta l'intercettazione
di
staff
Le intercettazioni sono nate e si sono evolute in base alle
evoluzioni tecnologiche e ai cambiamenti sociali, ma il loro
utilizzo è stato sottoposto a regole precise: richieste da
parte dei pubblici ministeri dietro l’autorizzazione di un
giudice per le indagini preliminari.Tutto questo per fornire
ai cittadini garanzie su cui oggi si cerca di sorvolare: la
politica – o una parte di essa – sta infatti insinuando l’idea
di un mondo costantemente controllato, come nel romanzo 1984
di George Orwell.
Il libro va alla ricerca di fatti che dimostrano quanto il
pericolo tanto gridato sia inesistente. E lo fa rifacendosi
alle intercettazioni per i reati di mafia e al valore che
hanno in fase processuale. Solo conoscendo i fatti si può
capire a quali trasformazioni aspiri il governo attuale. Mentre
il dibattito politico si è spostato sulla sicurezza anti-immigrati
instaurando un clima di terrore nelle metropoli del Paese,
c’è infatti chi tenta di togliere questo importantissimo strumento
di indagine.
L'autore, Antonio Ingroia, è uno dei più autorevoli magistrati
antimafia italiani. Pubblico ministero alla Procura di Palermo,
ha indagato su alcune delle più importanti vicende della storia
recente tra cui gli omicidi dei giornalisti Mauro De Mauro
e Mauro Rostagno, le stragi mafiose al di fuori della Sicilia
e il presunto connubio tra criminalità organizzata,imprenditoria
e politica che ha coinvolto Marcello Dell’Utri.
C'era una volta l'intercettazione
Lo strumento d’indagine, la sua applicazione
per i reati di mafia e i tentativi d’affossamento
di Antonio Ingroia
prefazione di Marco Travaglio
Ed Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri, 2009
pagg. 180, euro 14,00
 
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