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Le
bombe di Milano
di
staff
La bomba di piazza Fontana del 12 dicembre 1969 distrusse
una banca, cancellò diciassette vite, ferì una città, lacerò
la democrazia italiana. A quarant’anni di distanza, non esiste
ancora una univoca, accettabile, versione dei fatti: non quella
della politica né quella dei tribunali, non quella della polizia
né quella della stampa. Resta solo la memoria divisa di un
Paese.
Nei
giorni immediatamente successivi alla strage, dieci giornalisti,
un magistrato e un avvocato misero sulla carta quanto era
sotto i loro occhi, quello che nessuno raccontava: le oculate
reticenze, le sfacciate menzogne, le grossolane montature,
le intollerabili complicità. Il patto di fiducia tra Stato
e cittadini che si andava incrinando, per sempre. Il libro
che ne risultò è ancora oggi una straordinaria galleria di
ritratti lucidissimi e commoventi: dodici testimonianze che
fotografano la polverizzazione della realtà.
L’attenzione
per i dettagli, dall’espressione di un viso all’intonazione
di una voce, insieme alla capacità di guardare dietro le quinte
di una sorta di rappresentazione collettiva, danno a queste
pagine tutto il vigore corale e la disarmante contemporaneità
della migliore letteratura civile. Se anche per la strage
di piazza Fontana si pretende ora una “memoria condivisa”,
occorre ripartire proprio dalle testimonianze di quanti, già
in quei giorni, chiesero a gran voce verità.
Le
bombe di Milano
di Autori Vari
Ed. Rizzoli, 2009
pagg. 288, euro 10,20
 
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