NOTIZIARIO del 29 giugno 2004

 
     

Guantanamo : Corte Suprema USA , sì ai processi
di Rico Guillermo

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha deciso di considerare valida la legislazione processuale USA anche per la struttura carceraria americana della Baia di Guantanamo, in realta' sita su suolo cubano.

La decisione - attesa da tempo - e' stata presa con 6 voti contro 3. Dissenzienti i giudici Antonin Scalia (vicino a Cheney), William Rehnquist e Clarence Thomas.

I prigionieri detenuti a Guantanamo potranno dunque ricorrere contro le condizioni di detenzione che gli USA continuano a mantenere in violazione dei diritti umani e delle convenzioni internazionali.

Circa 595 cittadini stranieri, indicati come "combattenti nemici," sono internati a Guantanamo come sospetti membri di Al Qaeda o combattenti Talebani. La maggior parte di essi sono stati catturati durante la campagna a guida USA contro il governo dei Talebani in Afghanistan e contro la rete di Osama bin Laden dopo l'11 settembre 2001.

Il giudice John Paul Stevens ha detto che e' stato deciso a maggioranza che le Corti degli Stati Uniti hanno giurisdizione per considerare le sfide alla legalita' della detenzione dei cittadini stranieri e non stranieri detenuti a Guantanamo.

I supremi giudici hanno capovolto un appello del governo federale che argomentava che le cause dovrebbero essere respinte, considerando che la base militare e' territorio sovrano esterno degli Stati Uniti e che l'Habeas Corpus non e' valido in territorio esterno agli Stati Uniti per i cittadini residenti all'estero.

L'alta corte ha pero' sostenuto il governo federale degli Stati Uniti per un aspetto importante, e cioe' ha statuito che il Congresso ha dato al presidente Bush l'autorita' per arrestare e tenere un cittadino in territorio USA come combattente nemico presunto, tuttavia ha anche affermato che il cittadino puo' rivolgersi alle corti americane per sostenere che Bush lo sta detenendo illegalmente.

La Corte e' intervenuta studiando specifici casi, fra cui Hamdi contro Rumsfeld, il caso piu' complesso, in quanto l'uomo e' un saudita nato in Luoisiana, quindi cittadino USA.

La decisione riguardante Hamdi non sancisce solo che l'uomo potra' raccontare ad una corte la sua versione della storia, ma invia anche il potente messaggio che un cittadino americano non puo' essere arrestato dal governo nemmeno in caso di guerra senza giustificati motivi e senza che egli possa interpellare il suo avvocato. Questo e' importante non solo per il ricorrente, ma per la liberta' in generale.

La decisione si riflette anche sul caso dell'altro cittadino USA Padilla. Per il ricorso che questi ha opposto contro Rumsfeld, in cui la Corte ha per' dato ragione al ministero della difesa, dicendo che il prigioniero non sarebbe dovuto ricorrere al ministro, ma all'ufficiale di grado piu' basso.

Le politiche del governo erano state attaccate dai gruppi di difesa delle liberta' civili e dei diritti dell'uomo, particolarmente dopo lo scandalo sugli abusi sui prigionieri di Abu Ghraib che avevano coinvolto anche Guantanamo.

Avvocati del centro per i diritti costituzionali, un gruppo legale di avvocatura che sta rappresentando i detenuti di Guantanamo, afferma che "questa è una vittoria importante per la norma di legge ed afferma i diritti di ogni persona, cittadino o non-cittadino, detenuto negli Stati Uniti, a verificare la legalita' della sua detenzione in una corte degli Stati Uniti".

Da piu' parti si e' fatto rilevare il compromesso cui e' addivenuta la Corte e cioe' da un lato privilegiare la sicurezza nazionale, dando facolta' la presidente di far catturare senza troppi formalismi i sospetti terroristi, dall'altro garantire i diritti di questi dando loro la possibilita' di ricorrere ad un tribunale americano.

Il sen. Charles Schumer ha commentato: "i verdetti della Corte suprema mostrano che, al contrario di cio' che l'amministrazione crede, possiamo avere sia la sicurezza che la liberta'".

by www.osservatoriosullalegalita.org

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