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UE interventista: Sensi, Picierno e Quartapelle fra i più manichei
di
Paolo Mossetti
Tralasciando le ovvie battute sul totale disinteresse di questa corrente del PD per il rapporto Amnesty o la sentenza della CPI (eventi neppure menzionati una volta sulla timeline dei tre citati, come si può verificare) c'è un problema molto serio: una parte del progressismo mainstream rischia di assumere posizioni molto più manichee e da falchi interventisti dello stesso governo postfascista italiano.
La comunicazione emotiva a senso unico di Sensi, Quartapelle e Picierno, probabilmente a disagio con la propria stessa base elettorale, si traduce in applicazione selettiva dei principi democratici da parte dell'UE (o di altri attori globali) in base agli interessi strategici del momento.
Da un lato, l'UE critica e denuncia presunte irregolarità nelle elezioni in Georgia, richiedendo addirittura una ripetizione del processo elettorale. Dall'altro, esprime supporto incondizionato a paesi come la Moldavia, anche quando il contesto politico potrebbe non essere così trasparente, o si congratula con leader autoritari come Ilham Aliyev in Azerbaigian, dove il sistema elettorale è chiaramente antidemocratico.
Questo doppio standard alimenta le accuse di ipocrisia da parte dei nazional-populisti e mina la credibilità dell'UE come promotrice dei valori democratici universali. Non si può chiedere all'UE di pretendere la ripetizione delle elezioni georgiane e contemporaneamente denunciare le ingerenze in paesi stranieri da parte della Russia: questo semmai rafforza le narrazioni ostili che accusano l'Occidente di ingerenze politiche e di utilizzare la democrazia come arma politica piuttosto che come ideale condiviso.
L'impatto di questa corrente PD rischia di essere negativo non solo sulle relazioni UE-Georgia, ma anche sulla persistenza di un voto di protesta in Italia, che non accetta questa logica ipocrita da film Marvel spacciata come buon senso.
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