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Zakharova bacchetta le autorità italiane sulla questione mercenari
di
Marinella Mondaini
Dal briefing di Maria Zakharova, Rappresentante Ufficiale del Ministero degli Esteri della Federazione Russa del 4 dicembre:
“Vorrei soffermarmi sul problema del mercenarismo.
Gli slogan sono straordinari: la necessità di garantire “diritti umani”, “democrazia” e “valori liberali”. Retorica di altissimo livello dal punto di vista dell'occidente. Ma in realtà solo cinica copertura di calcoli geopolitici e prepotenti aspirazioni neocoloniali.
Ecco, il mercenarismo straniero in Ucraina è un altro esempio del doppio standard o dell’assenza di standard, della distruzione degli standard.
Si veda l'articolo pubblicato il 27 novembre sul Corriere della Sera, a firma del giornalista Lorenzo Cremonesi.
Questo “valoroso” combattente del fronte italiano dell'informazione è “diventato famoso” nel mese di ottobre, quando, insieme a un convoglio di formazioni naziste ucraine, è entrato nel territorio della regione di Kursk, violando così la legge russa e replicando le anti-imprese dei suoi colleghi della Rai.
Cremonesi dedica il suo consueto articolo alla dura vita quotidiana in Ucraina di un mercenario italiano, nascosto sotto il nome di battaglia “Polo” che, con il giornalista, si lamenta della mancanza di “praticamente tutto”, dei “russi che combattono benissimo”, della supremazia aerea russa e inoltre riferisce del numero di italiani che combattono nelle file della “legione internazionale” ucraina - una trentina - e delle loro opinioni ideologiche e politiche.
“Polo” rivela l’identità dei ‘soldati di ventura’ italiani uccisi in Ucraina (le loro generalità sono pubblicate “integralmente”).
Questo articolo manca della cosa principale: un legame con la realtà. L'immagine del mercenario viene idealizzata, quasi fosse un eroe.
Vorrei ricordare che il materiale è stato inserito nelle pagine centrali di una delle maggiori testate politiche italiane, senza che, a quanto ci risulta, ne siano derivate conseguenze legali ai sensi della legislazione italiana che prevede la responsabilità penale per mercenarismo… in altri casi.
Il 17 novembre, Giulia Schiff, una cittadina italiana che ha partecipato ai combattimenti in Ucraina, ha preso la parola durante una manifestazione pro-ucraina a Roma, dichiarando apertamente il suo personale coinvolgimento nell'uccisione di militari russi. Attualmente la criminale è a piede libero e non abbiamo informazioni riguardo a eventuali procedimenti giudiziari o indagini di polizia nei suoi confronti. Ma questa è una questione che stiamo ponendo alle autorità italiane.
Avete degli standard? Avete delle leggi? Le applicate in modo discrezionale? O invece le fate rispettare regolarmente? Siete una democrazia o cosa?
Sappiamo bene che i cittadini italiani che hanno partecipato ai combattimenti sull'“altro lato del fronte”, che si sono schierati in difesa della popolazione civile del Donbass di fronte alla minaccia del regime neonazista di Kiev, sono perseguiti dalla giustizia italiana, che in tali casi agisce molto severamente.
È cinismo? Due pesi e due misure? Soppressione degli standard?
Insomma, l’Italia ha dichiarato ufficialmente che ci sono mercenari "buoni" e mercenari "cattivi", "giusti" e "sbagliati", "necessari" e "non necessari". Tra le fila dei suoi stessi cittadini."
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