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Apostolico si dimette: meglio tardi che mai?
di
Elisa Fontana *
Ricorderete tutti la canea scatenata da Salvini quando la giudice del tribunale di Catania Iolanda Apostolico annullò il trattenimento nel CPR di Pozzallo di alcuni migranti tunisini che erano stati ristretti lì in base al meraviglioso decreto Cutro, chiedendo pregiudizialmente alla Corte di giustizia europea di esprimersi circa la prevalenza del diritto europeo su quello italiano.
Ricorderete tutti la valanga di fango sui social scatenata dai commenti di Salvini all'ordinanza della giudice, sempre sobri e sottotono, valanga sostenuta coraggiosamente da tutta la stampa e i media di destra. Valanga che non solo non si fermò, ma culminò nella pubblicazione di un video che ritraeva la giudice Apostolico al porto di Catania nel 2018 mentre era in corso una manifestazione contro Salvini per il caso Diciotti.
Per cui scattò subito il sillogismo degli analfabeti “Apostolico ha liberato i migranti perché ce l'ha con Salvini”. Non perché avesse ritenute illegittime intere parti del mirabolante decreto Cutro, non perché a distanza di pochi giorni dieci altri magistrati di vari tribunali italiani avevano emesso analoghe ordinanze di annullamento dei trattenimenti. No, Apostolico ce l'aveva con Salvini e tanto bastava al gregge belante che seguiva le mirabolanti gesta del Capitano.
E si distinse anche la nostra spettacolare presidenterrima, che con il garbo e la misura che la contraddistinguono sempre e dall'alto della sua laurea in giurisprudenza che la porta a confondere una ordinanza con una sentenza, si dichiarò “basita da una sentenza dalle motivazioni incredibili” e ordinò al governo di impugnarla. E così il Ministero dell'Interno fece immediato e obbedientissimo ricorso in Cassazione. Bene, volete per caso sapere come è andata a finire?
E' finita che nel luglio di quest'anno l'eroico e obbedientissimo Ministero degli Interni ha eroicamente ritirato il ricorso in Cassazione, ma ha chiesto soprattutto di ritirare la questione pregiudiziale presentata alla Corte di giustizia europea, temendone ovviamente il pronunciamento.
Ma torniamo ad Apostolico. Il fango, i toni e il perdurare della campagna mediatica contro la giudice convinsero alcuni Consiglieri del CSM ad aprire una pratica a tutela della giudice, cioè un procedimento speciale che ha lo scopo di vedere se i comportamenti segnalati (quelli di Salvini e compagnia) siano stati in concreto lesivi del prestigio e dell’indipendente esercizio della giudice, e come tali abbiano turbato il regolare esercizio della funzione giudiziaria, oltreché ad arrecare vulnus alla sua credibilità.
Questa pratica a tutela avrebbe dovuto essere messa ai voti dal Consiglio Superiore della magistratura e dare un segnale in difesa della giudice, bombardata da una violenta campagna denigratoria volta a delegittimarla nell'esercizio delle sue funzioni. Bene, dopo un anno dall'apertura della pratica a tutela, la medesima dorme beata nei cassetti del CSM, una paralisi esasperante “che deriva anzitutto dalla non compattezza della componente togata del Consiglio, unitamente a segnali di ripiegamento rassegnato che, a differenza di quanto accaduto negli ultimi trent’anni, cominciano a serpeggiare tra non pochi magistrati, contribuiscono a indebolire la risposta a queste aggressioni, aumentando la percezione di pericolo di sovraesposizione di chi si trova investito in prima persona”.
Così si è espresso ad ottobre il Consigliere non togato Fontana, chiedendo invano una decisione netta del CSM sulla pratica Apostolico, ma anche su altre di altri magistrati vittime dello stesso perverso meccanismo. Ma invano, ovviamente.
Di fronte a tanta ignavia politica e a tanto immobilismo tattico qualcuno oggi può meravigliarsi se la giudice Apostolico ha presentato le dimissioni dalla magistratura?
Ad epitaffio della vicenda vi riporto il disgustoso commento della Lega alle dimissioni della giudice: “Meglio tardi che mai, ora potrà comportarsi come una esponente di Rifondazione comunista senza creare imbarazzi”.
Credo che, oltre che da epitaffio sulla vicenda, questa frase serva tranquillamente da epitaffio a tutto il Paese e allo stato di pre-civiltà in cui è piombato e in cui si rotola beato.
* Coordinatrice della Commissione Politica e Questione Morale dell'Osservatorio
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