|
Ucraina: stampa italiana parla di ospedale colpito ma non è vero
di
Francesco Dall'Aglio
La combo ‟scuola+ospedale” era effettivamente troppo ghiotta perché la propaganda ucraina potesse non impadronirsene, soprattutto per evitare di discutere del motivo per cui, un’altra volta, una leggerezza organizzativa o mediatica ha portato a un’altra evitabilissima strage di soldati.
Ma che lo faccia la propaganda ucraina è un conto, ed è comprensibile, che lo faccia la nostra informazione è tutt’altro: e l’episodio di Poltava è, davvero, uno dei punti più bassi della nostra informazione.
Se ieri era prevedibile che le edizioni online battessero, come fanno sempre, esclusivamente la versione ucraina (vedi ad esempio la prima foto, tratta dal sito di Repubblica) era altrettanto lecito aspettarsi che nel corso della giornata si provvedesse a rettificare, dopo che Illia Ponomarenko, Ihor Mosiyčuk, Mariana Bezuhla (non sospettabili di essere propagandisti putiniani) e la CNN avevano chiarito che si trattava di un bersaglio militare.
E se Repubblica lo ha fatto, con un articolo di Paolo Brera scritto molto bene, nel quale si specifica non solo il carattere militare dell’istituto ma anche la sua altissima specializzazione e la leggerezza nell’ammassarvi così tanti soldati (ma solo nella versione su carta, online si continua a parlare di ‟vittime”, senza specificare se civili o militari, continuando dunque a lasciare intendere a chi segua soltanto la loro diretta che siano studenti di qualche liceo), sia il Corriere della Sera che il Fatto Quotidiano rilanciano, anche oggi, la tesi dell’attacco a una scuola e a un ospedale: il Corriere titolando ‟strage di civili e militari” e il Fatto che, per troppo entusiasmo, parla di ospedale, istituto di formazione militare e ospedale.
Ma il punto non è nemmeno questo: da dove salta fuori la storia dell’ospedale? Se un ospedale fosse stato colpito ci sarebbero una grandissima quantità di foto, per ovvi motivi come ogni volta che succede qualcosa del genere, e invece le uniche che abbiamo, e che sono tra l’altro parecchie, sono del 179° centro di istruzione e addestramento dell’esercito.
Salta fuori dalle parole di Zelensky, che parlava appunto di una scuola e di un ospedale, che sarebbe vicino all’istituto militare colpito. Analizzando la carta di Poltava, con l’Istituto e tutte le strutture sanitarie della città evidenziate. Ospedali lì vicino non ve ne sono.
Ripeto: che lo dica Zelensky è perfettamente comprensibile, che lo ripetano i media ucraini anche, che lo facciano i nostri no, soprattutto quando bastano Google Maps e un minuto di tempo a disposizione.
PS: mi dicono che La Stampa ha fatto anche di peggio, come titolo. Ma mi sono tenuto comunque su quotidiani con un minimo di dignità.
Dossier
diritti
|
|