27 febbraio 2008

 
     

Cassazione : insulti a sottoposti giusta causa per licenziamento
di osservatoriosullalegalita.org

Un dirigente che aggredisca verbalmente davanti ad estranei le lavoratrici sue sottoposte puo' essere legittimamente licenziato. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, confermando il giudizio della Corte d'Appello che aveva ribaltato la sentenza del Tribunale di primo grado.

Il ricorrente, caporeparto in un supermercato, era solito appellare le tre commesse con espressioni come "bastarde, figlie di puttana, toglietevi dai c..." e simili, minacciandone il licenziamento. Per tali ragioni e' stato sottoposto a procedimento disciplinare e licenziato con l'addebito di aver tenuto un comportamento scorretto nei confronti delle lavoratrici.

La sentenza di primo grado che aveva dato ragione al caporeparto e' stata riformata dalla Corte d'Appello che nel censurare il comportamento del caporeparto ha sottolineato anche il vincolo gerarchico esistente fra i protagonisti della vicenda.

La Cassazione Sezione Lavoro, con pronuncia n. 4067 del 19 febbraio 2008 (Presidente Relatore Mattone), ha accettato le argomentazioni della Corte d'Appello notando anche il contesto di contatto col pubblico in cui venivano lanciati gli insulti che umiliava ancor piu' le lavoratrici.

La suprema Corte ha ribadito che il datore di lavoro ha l'obbligo di tutela della personalita' morale dei dipendenti e della loro dignita' e che cio' - date le circostanze - lo autorizzava a licenziare il dipendente.

Speciale diritti

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