25 maggio 2007

 
     

Preti pedofili : Betori , massima collaborazione , ultime parole famose
di osservatoriosullalegalita.org

In Italia, a differenza di paesi come gli Stati Uniti, non è la diocesi a risarcire le vittime di crimini di pedofilia compiuti da sacerdoti, perché vale il principio della responsabilità personale. Lo ha spiegato sul Corriere della sera il segretario generale della CEI, monsignor Giuseppe Betori, rispondendo ad una domanda su un recente caso scoppiato ad Agrigento.

"La legislazione italiana non prevede che le istituzioni siano responsabili dei comportamenti dei propri appartenenti. Il sacerdote risponde per se stesso", così come il vescovo che si fosse macchiato di coprire o favorire un crimine del genere, ha precisato. "Ciò non significa - ha tenuto a sottolineare Betori - che siamo distanti dalle vittime e dalle loro famiglie, né che siamo inerti nella prevenzione e nella indicazione ai vescovi di perseguire i sacerdoti che fossero incorsi in casi di crimini così gravi".

Monsignor Betori ha ricordato che in base ad una Nota della congregazione della Dottrina della fede vaticana in materia, la Chiesa presta "la massima collaborazione alle istituzioni pubbliche". "Come Chiesa - ha precisato mons. Betori secondo l'ANSA - siamo vicini alle vittime e collaboreremo in ogni caso con le istituzioni qualora aprissero procedimenti penali o civili".

Ma, come evienzia questa nostra traduzione dall'AP dell'11 aprile 2007, non e' cosi' nemmeno nei citati USA, tanto che "un giudice federale della sezione bancarotta ha deciso la nomina di un revisore contabile esterno per la Diocesi Cattolica di San Diego, mentre si levano accuse nei confronti delle autorita' ecclesiastiche, che starebbero cercando di nascondere i loro beni per evitare di pagare le vittime di abusi sessuali. La giudice Louise De Carl Adler, in precedenza, aveva minacciato di incriminare la diocesi per oltraggio alla corte per aver fornito una falsa rappresentazione dei fatti e avere forse violato la legislazione sulla bancarotta. La giudice ha criticato gli avvocati della Chiesa per non aver incluso, nei documenti per la bancarotta, 770 conti correnti bancari riferibili alle parrocchie: 'Sono sbalordita - ha detto - Questo e' il sistema contabile piu' bizantino che io abbia mai visto'."

"La minaccia di oltraggio era stata formulata lunedi', sei settimane dopo la richiesta di bancarotta, mentre la diocesi deve affrontare le cause intentate da piu' di 140 persone che accusano i sacerdoti di abusi sessuali. La Adler ha citato una lettera del 29 marzo, spedita ai parroci da una Organizzazione per le Parrocchie della diocesi di San Diego, che li sollecitava a procurarsi dei nuovi codici fiscali e a trasferire i fondi in nuovi conti correnti bancari. La giudice ha detto che qualsiasi trasferimento di denaro tra la diocesi e le parrocchie, effettuato dopo la dichiarazione di bancarotta, al di la' delle normali operazioni di cassa, viola le leggi che proibiscono movimenti di beni della diocesi mentre la causa di bancarotta e' ancora pendente. Si tratta di regole previste per proteggere i beni che potrebbero essere eventualmente utilizzati per risarcire le vittime di abusi sessuali da parte del clero. La giudice ha dichiarato che per qualsiasi trasferimento e' richiesto il nulla osta del tribunale".

In un'ordinanza dal tono molto severo la Adler aveva scritto che, apparentemente, gli avvocati Susan Boswell, Jeffry Davis e Victor Vilaplana avevano agito di concerto con le parrocchie per creare nuovi conti correnti bancari separati da quelli della diocesi. "L'avvocato Susan Boswell si e' scusata, dicendo di aver male interpretato le parole della giudice sulle regole riguardanti i movimenti di denaro nel corso del processo per bancarotta (...) e ha accettato di collaborare con un revisore contabile indipendente", conclude l'agenzia.

Va rilevato che la collaborazione e' stata assicurata dopo la minaccia di incriminazione per oltraggio alla Corte, un reato che negli USA puo' comportare anche il carcere e che suona particolarmente grave nel curriculum di un avvocato. E i casi di vescovi che non collaborano con la giustizia o che addirittura realizzano manovre diversive per sottrarre i preti pedofili o se' stessi al giudizio di una Corte sono numerosi, come quello di Padre Ollie di cui abbiamo parlato recentemente su questo sito o di altri riportati nel dossier a fondo pagina.

Sia per i casi in Italia che in quelli all'estero, ci si chiede peraltro se la Chiesa non dovrebbe dimostrare la sua dichiarata ma spesso astratta volonta' di collaborare esercitando i suoi poteri sui preti e i vescovi che "sbagliano", invece che glissare in nome di una responsabilita' individuale. Al di la' dell'aspetto meramente giudiziario, infatti, va considerato che i vescovi che coprono i comportamenti delittuosi possono agire cosi' in ragione dell'investitura del Vaticano, quindi esiste anche una responsabilita' - quantomeno morale - nel dare tali investiture a persone sbagliate e nel non toglierle poi, nonostante la dimostrazione del danno.

Vedi qui l'ordinanza del giudice Louise De Carl Adler del 9 aprile 2007

Dossier preti pedofili

___________

NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI CITANDO L'AUTORE E LINKANDO
www.osservatoriosullalegalita.org