NEW del 16 agosto 2005

 
     

I due aerei precipitati e i fantasmi di Ustica
da Domenico Ciardulli

Sono passate poche settimane dagli attentati di Londra e dalla strage terroristica che ha colpito il centro turistico di Sharm e El Sheik dove vi sono state oltre 90 vittime di numerose nazionalità, tra le quali anche 6 italiani.

Il nostro Ministro dell'Interno e i vertici dei servizi di sicurezza stanno ripetendo sui media da circa un mese che sono aumentati i rischi di attentati in Italia. Sono sconsigliate partenze per il Mar Rosso e verso località a rischio. Il Sindaco Veltroni rimane in Campidoglio anche a Ferragosto. L'allarme travalica le frontiere e abbraccia la vecchia Europa.

In questo contesto di tensione internazionale due aerei precipitano a distanza di pochi giorni (il 6 agosto e il 14 agosto), in Sicilia e in Grecia, causando la morte di decine e decine di persone, molti dei quali bambini. Si tratta dell'ATR 72 della compagnia tunisina "Tuninter", costruito da un consorzio europeo italo-franco-tedesco e del "Boeing 737" della compagnia cipriota "Helios", costruito da una compagnia USA di Seattle. In entrambi i casi la dinamica dell'incidente è oscurata da dubbi e misteri.

Si verifica la circostanza rarissima di due motori autonomi dell'ATR 72 che si bloccano contemporaneamente. Nell'altro caso, l'improvvisa perdita di coscienza dei piloti del Boeing cipriota e il mistero del guasto al sistema di pressurizzazione che non risparmia nessuna vita e riporta a terra 121 cadaveri congelati.

Le scatole nere, le inchieste, potranno produrre precisi e chiari elementi di verità per l'"opinione pubblica" sulle cause dei disastri? Oppure la "strategia della tensione", con tutti i suoi filtri massmediatici "militari", lascerà avvolte nel mistero queste e future tragedie?

Il giro di vite sui diritti umani che gli attentati di Londra hanno provocato si sta ormai diffondendo con particolare ricettività anche nel nostro paese. I "pacchetti sicurezza" vanno a toccare delicate questioni di diritto internazionale: non solo la riservatezza nelle comunicazioni personali, la concessione di asilo e accoglienza per rifugiati e profughi, la libertà di movimento all'interno della UE ma, anche e soprattutto, la correttezza, completezza e obiettività dell'informazione ai cittadini.

Non possiamo stare tranquilli perchè potrebbe bastare un evento, anche minimo, riconducibile ad una matrice terroristica, per trasformare, nei fatti, l'attuale stato d'emergenza in uno pseudostato di guerra, come qualche esponente del Governo italiano ha già auspicato.

Il conseguente rischio per l'informazione è che le notizie potrebbero essere sempre più soggette ad una preventiva censura "militare" per non disturbare i "manovratori".

Speciale diritti umani

Speciale libera informazione


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