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NOTIZIARIO del 9 gennaio
2004
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9/1 Parmalat: l'inchiesta si allarga; banche e societa' di revisione nel mirino (di red) L'inchiesta Parmalat si sta rivelando sempre piu' un terremoto, non solo finanziario, e si allarga ad altri Paesi. La giustizia lussemburghese ha infatti aperto un'inchiesta su un eventuale riciclaggio di fondi del gruppo Parmalat. L'obiettivo dell'indagine, secondo fonti ufficiali, e' di chiarire le strutture e le proprietà della Parmalat e dei suoi dirigenti in Lussemburgo. Il dirigente della societa' sudamericana Bonici, nei cui confronti era stato emesso un mandato di custodia cautelare, sembra invece abbia lasciato il Venezuela per le isole Cayman, senza tornare in Italia a chiarire la sua posizione come aveva promesso. La Parmalat Finanziaria ha revocato l'incarico di revisione alla Deloitte&Touche, che ha visto due suoi revisori iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Milano, ma la societa' di revisione afferma che la propria attività è stata espletata nel pieno rispetto delle regole. Intanto la società di revisione americana Grant Thornton International - a seguito di una indagine interna sul caso - ha deciso di interrompere, con effetto immediato, il proprio rapporto con la sua corrispondente italiana, che era stata appena "scaricata" dalla Parmalat. Massima collaborazione, in Italia, fra le procure di Parma e Milano, assicurano gli inquirenti. Una delle priorita' e' il recupero dei fondi distratti da Parmalat. Si punta percio' al sequestro dei patrimoni personali ed alla valutazione delle societa' ancora attive, ma non si susseguono le smentite sull'esistenza e la consistenza di fondi. Nel frattempo divampano le polemiche sul ruolo delle banche nella vicenda Parmalat. Mentre gli inquirenti affermano di non avere le banche fra i numerosi indagati, Giuliano Amato commenta: "Non credo possibile continuare con un sistema in cui le banche collocano sul mercato obbligazioni ignorando o fingendo di ignorare (lo accerteranno le inchieste) ciò che verrebbe accuratamente accertato se si trattasse di concedere un mutuo". Rincara la dose il presidente della commissione Finanze della Camera, Giorgio La Malfa, parlando ai microfoni di Gr Parlamento: "dietro lo scandalo Parmalat si vedono in trasparenza le banche. Alla fine il caso si chiamerà Parmalat-Cirio, con un terzo nome che sarà il nome di una banca". La Malfa ha aggiunto che La Banca d'Italia "aveva una responsabilità e bisognerà vedere se e in che misura ha assolto a questa sua responsabilità". La Malfa ha detto infine di essere favorevole a riconsiderare le pene per il falso in bilancio. by Bollettino Osservatorio ___________ I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI CITANDO E LINKANDO LA FONTE
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