NOTIZIARIO del 15 aprile 2004

 
     

USA , UE e Al Qaeda: la verita' sull'11 settembre
di Rico Guillermo

Il capo della CIA George Tenet ha rivelato che alla sua agenzia di intelligence occorrerebbero altri cinque anni per essere in grado di fronteggiare Al Qaeda ed ha ammesso che i suoi agenti hanno fallito ad individuare il progetto dell'11 settembre 2001.

L' FBI falli' nel collegare gli avvertimenti sul terrorismo nel 2001 con la presenza di agenti operativi di Al Qaeda negli Stati Uniti e falli' a localizzare due dei dirotttamenti nelle settimane precedenti all'11 settembre, mostrando significative deficienze, come ha riscontrato la commissione d'indagine sull'11 settembre.

Si e' scoperto poi che alcuni esperti della difesa USA avevano ipotizzato nell'aprile dell'11 settembre un attacco aereo al Pentagono ed avevano proposto una simulazione per preparare dei piani di difesa. Ma i vertici del Pentagono bocciarono la proposta e preferirono prepararsi ad altre ipotesi piu' tradizionali, come i normali dirottamenti.

C'era poi il controverso memorandum del 6 agosto 2001 su Al Qaeda, da cui alcuni avrebbero potuto trarre un serio avvertimento nei confronti del terrorismo interno e dei possibili attacchi aerei - come accusa Richard Clarke e come si puo' diretatmente vedere - ma che fu sottovalutato dall'amministrazione Bush.

La Commissione indipendente d'indagine sull'11 settembre si propone di dare alcune significative indicazioni per la sicurezza interna ed esterna del Paese nel rapporto sull'inchiesta che stilera' entro il 26 luglio 2004. Ma, appunto, esse varranno per il futuro.

Intanto l'Europa reagisce alle stragi dell'11 marzo (due anni e mezzo dopo l'11 settembre) creando quello che prima non c'era e non si era pensato di realizzare: un coordinamento antiterrorismo.

Inoltre inizia adesso il coordinamento fra le polizie internazionali, e manca ancora quello giudiziario a livello europeo, tanto auspicato dalle magistrature dei diversi Paesi e che quando c'e' stato ha funzionato egregiamente.

L'ONU non seppe prevenire il genocidio del Ruanda, l'Europa non pote' arginare le brutalita' e le uccisioni in Serbia, la NATO non ha saputo prevenire le violenze a danno dei Serbi in quel di Pristina recentemente, per gli USA e l'11 settembre abbiamo gia' detto.

Insomma, la verita' sull'11 settembre e' che... non siamo pronti.

L'UE non e' pronta per rigettare con sussiego le proposte di tregua di Bin Laden (ma poi, rispondere ad un terrorista non significa riconoscergli una qualche rappresentativita'?), l'Italia e gli USA non sono pronti per tenere atteggiamenti provocatorii (o di fermezza, come li chiama qualcuno) le cui conseguenze, come dimostrano le ultime vicende, non sono in grado di gestire.

Non siamo pronti, e questo indipendentemente dalla buona volonta' e professionalita' dei singoli, ed indipendentemente da chi siano i colpevoli, se sia stato Clinton a mancare, o Bush.

Certe strutture e collaborazioni vanno rodate per anni, prima di potersene avvalere come scudo su progetti molto rischiosi, e poi occorre la reale volonta' di avvalersene per difesa e non per spionaggi meschini finalizzati a sostenere o silurare questo o quel dittatore.

Il progresso tecnologico delle armi ha superato di gran lunga quello delle diplomazie e delle strutture investigative che dovrebbero controllarne l'uso e prevenirne l'utilizzo, ma la parola continua a precedere sempre l'azione preventiva.

E purtroppo non si tratta di una parola di dialogo e di pace, ma di aggressione, protervia e supponenza.

Poveri noi!

by www.osservatoriosullalegalita.org

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I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE COPIATI CITANDO E LINKANDO LA FONTE

 

La conferenza stampa di Bush

Il memorandum del 6 agosto 2001 su Al Qaeda

La testimone dell'FBI

Iraq: le bufale della CIA

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