NOTIZIARIO del 31 agosto 2004

 
     

Informazione : Tony Blair e la BBC , libro scandalo parte 2
a cura di Giulia Alliani

IL MEMORIALE DI GREG DYKE (2° PUNTATA)
(prima puntata) Gilligan rimase in Iraq per tutto il tempo della guerra, e non sempre i suoi servizi andavano a genio a Campbell. Quando la guerra fini' e Gilligan torno', Richard gli disse che, sebbene una parte del suo lavoro fosse ottima, tuttavia spesso si spingeva di un 10 % troppo in la'.

Segui' un periodo di calma relativa nei nostri rapporti con Downing Street. Poi, il 29 maggio, il programma "Today" mise in onda un servizio di Gilligan preceduto da un'intervista non pianificata. Il servizio, accuratamente controllato e ricontrollato da Gilligan e dal curatore di "Today", Kevin Marsh, parlava di una profonda preoccupazione suscitata fra i membri dell'intelligence dall'impressione che il dossier del Governo del 2002 sull'Iraq fosse stato gonfiato. Io tornai dall'Irlanda il 30 maggio, e andai in ufficio il lunedi' successivo.

C'era un po' di maretta per la faccenda di "Today", ma niente di particolare. Avevo gia' letto un articolo di Gilligan sul "Mail on Sunday" nel quale egli aveva aggiunto un particolare importante: la sua fonte gli aveva comunicato che il dossier di settembre era stato gonfiato da Campbell in persona. La prima protesta del direttore della comunicazione di Downing Street fu spedita il 6 giugno.

Le sue lettere erano spesso molto lunghe. Soffriva chiaramente di logorrea ed era un aspetto che mi pareva strano visto il suo passato di giornalista nei tabloids popolari. A volte era difficilissimo riuscire a capire di che cosa si stava effettivamente lagnando. Protestava per quattro pagine sostenendo che Gilligan non aveva afferrato il ruolo del Comitato Riunito di Intelligence e diceva che avevamo infranto le nostre stesse regole, quelle della BBC, riferendoci ad una fonte unica e non specificata.

Sambrook rispose l'11 giugno che la BBC aveva parecchie fonti che avevano espresso preoccupazione per il modo in cui le notizie di intelligence erano state impiegate nel dossier di settembre. Dopo un giorno arrivo' un'altra lettera di Campbell, di nuovo indirizzata a Richard, che rinnovava le stesse lagnanze. Dietro mio suggerimento Richard gli propose di servirsi del canale ufficiale previsto dalla BBC per i reclami. Campbell non rispose mai a quell'invito.

Dopo questo profluvio di lettere, per dieci giorni, ci fu il silenzio piu' completo da parte di Campbell. Pensammo tutti che le lamentele avessero fatto la fine di tante altre. Di lettere come quelle, Richard ne riceveva con tale regolarita' che, all'arrivo della seconda, me ne parlava come di "un altro proclama di Alastair". Piu' o meno in quel periodo la Commissione per gli Affari Esteri della Camera dei Comuni teneva le sue sedute per decidere l'entrata in guerra e i suoi membri desideravano che Campbell si presentasse.

In particolare volevano essere informati sul "dossier sviante" che lo staff di Campbell aveva prelevato dall'internet, modificato allo scopo di corroborare i motivi a favore della guerra, e pubblicato nel febbraio 2003 come prodotto del proprio lavoro. Pubblicare documenti e informazioni selezionate per suffragare le tesi del governo era la specialita' di Campbell e della sua squadra di Downing Street. Che questo sia il compito dell'organismo governativo che si occupa della comunicazione e' opinabile, che cio' vada fatto quando la posta in gioco comprende delle vite umane messe a repentaglio in una guerra non lo e'.

Quando il Primo Ministro scopri' la verita' sul modo in cui era stato confezionato il dossier, avrebbe dovuto sentirsi offeso e licenziare Campbell. Il fatto che non lo fece ci dice molto sulla personalita' di Blair. Per capire come questo sia potuto avvenire, bisogna cercare di comprendere tutto il modo di pensare di Downing Street nell'era Blair, e l'enorme potere detenuto da Campbell.

Sotto molti aspetti Campbell e' un genio politico, ma nel giro di sette anni ha trasformato Downing Street in un posto che ricorda la Casa Bianca ai tempi di Nixon. Si poteva essere o con loro o contro di loro. E chi gli si metteva contro diventava il loro nemico.

Finalmente, il 25 giugno, Campbell si presento' di fronte alla Commissione Affari Esteri lanciando un affondo contro la BBC, accusandola di mentire e di mettere in atto un progetto antibellico. Si trattava di un attacco senza precedenti al modo di fare giornalismo della BBC e veniva portato da un servitore dello Stato munito di poteri senza precedenti. Perche' Campbell lo fece?

A me parve che quel suo assalto fosse un mezzo per spostare l'attenzione dal "dossier sviante". Aveva deciso che la miglior difesa era l'attacco, e, nel breve termine, funziono'. Ho il sospetto che gia' da molto tempo Campbell intendesse prendersi una rivincita sulla BBC. In particolare voleva vendicarsi di Gilligan e di "Today". Campbell in persona mi aveva detto quanto gli desse fastidio il programma, e noi sapevamo che era John Humphrys, uno dei conduttori principali, quello che gli dava maggiore noia.

L'antipatia per Gilligan risaliva al 2000, quando il corrispondente aveva avvertito che una nuova legge europea avrebbe potuto costituire la base per un super-stato europeo. Campbell lo aveva soprannominato "gabbabile Gilligan" Di fronte alla Commissione, Campbell diede un taglio personale al suo attacco dicendo che avevamo accusato il Primo Ministro di aver mentito: cio' era completamente falso. Si trattava di un'altra tipica manovra di Campbell.

Nessuno aveva mai fatto menzione del Primo Ministro, ma a Campbell faceva comodo sostenere che le critiche rivolte a Downing Street o al Governo significavano accusare direttamente il primo Ministro di aver mentito. Successivamente Blair appoggio' questa versione, e cio' torna a suo discredito. Il giorno dell'attacco di Campbell i capi della BBC non erano in sede, ma a Witley Park, nel Surrey, per un convegno sulle strategie.

Come al solito eravamo coinvolti in una qualche irrinunciabile attivita' che prevedeva una serie di sciocchezze volte a corroborare il nostro spirito di squadra. Eravamo nel bel mezzo di una prova sul tipo di quelle di "Giochi senza Frontiere" quando Sambrook rispose ad una chiamata sul cellulare. Mi disse che si trattava di Campbell che ci era piombato addosso, attaccando la BBC. Continuammo tuttavia a giocare, probabilmente perche' la mia squadra stava vincendo. Eravamo ancora in vantaggio fino all'ultimo round quando si dovette passare alle danze folkloristiche.

A quel punto Alan Yentob (il capo-struttura della drammaturgia) fu giustamente premiato e la sua squadra vinse per "meriti artistici". Che barzelletta! Tornai dal convegno in tempo per trovare un fax spedito da Campbell all'ufficio. Era un evidente tentativo di mostrarsi amichevole: diceva che aveva sempre provato ammirazione per me e che "gli dispiaceva" di aver dovuto attaccare la BBC.

Non credetti ad una sola parola. Mi risultava perfettamente chiaro che Campbell non era interessato ad una vera e propria indagine sulla base dei suoi reclami: voleva provocare una frattura per ragioni politiche. Il fax mi parve un elemento del suo gioco e a quel gioco io non intendevo giocare. Decisi di non rispondere> Richard Sambrook aveva ricevuto da Campbell un'altra lettera di tre pagine, con la richiesta di rispondere il giorno stesso ad una serie di domande.

Il giorno dopo diedi il mio aiuto per preparare la risposta della BBC. Rispondere subito fu un errore, un mio errore. Ci mettemmo nella situazione di dover seguire l'agenda di Campbell, e mandammo una risposta dettagliata che non servi' a nient'altro che a farlo inviperire ancora di piu'. La ricevette a Wimbledon, mentre guardava il tennis, e si precipito' immediatamente agli studi della ITN.

Chiese di essere intervistato in diretta, nel notiziario di Channel 4, e sferro' un altro incredibile attacco contro la BBC. Aveva avvertito Blair di quanto aveva intenzione di fare, e il Primo Ministro aveva accondisceso riluttante. In seguito lo stesso Campbell ammise che il suo comportamento era stato eccessivo; evidentemente Blair non riusciva ad esercitare su di lui un minimo di influenza.

Tutti pensammo che a quel punto Campbell fosse assolutamente fuori controllo, e non eravamo i soli a pensarlo. Durante una conversazione tra Gavyn Davies e il Primo Ministro, una delle tante sollecitate da Blair in quel periodo, Gavyn disse che pensava che il comportamento di Campbell fosse andato oltre i limiti. Blair gli rispose: "Lo pensiamo tutti".

(continuerà)

Il brano dell'articolo in lingua inglese

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