NOTIZIARIO del 18 agosto 2004

 
     

Iraq : altri giornalisti vittime di censura e morte
di Mauro Giannini

Altri giornalisti vittime della guerra in Iraq. Il fotografo freelance Ali Abu Al Shich - di nazionalita' irachena, ma fotografo per la Reuters in Iraq - e' stato ferito ieri da un colpo di arma da fuoco a Najaf.

L'incidente e' avvenuto durante gli scontri fra miliziani e soldati statunitensi mentre scattava alcune foto di veicoli corazzati USA. Curato all'ospedale, e' stato successivamente dimesso.

Il 15 agosto le autorita' irachene e le forze di coalizione avevano disposto l'evacuazione di Najaf da parte di giornalisti stranieri ed iracheni, motivando questa decisione con ragioni di sicurezza dei reporter. Tuttavia il giornalista iracheno Mohammad Kazem, che lavora per la stazione TV arabofona iraniana Al-Alam, e' stato arrestato quando ha fatto una radiotrasmissione da un tetto di Najaf, secondo le notizie stampa da Teheran.

Ma e' a Falluja che e' morto il 15 agosto - in circostanze molto strane - il giornalista iracheno freelance Mahmud Hamid Abbas, che operava per la TV tedesca ZDF. Abbas, 32 anni, sposato con tre bambini, e' stato ucciso nel suo ufficio. Quando ha telefonato all'ufficio di ZDF a Baghdad per dire che stava arrivando, ha accennato che aveva appena filmato una casa distrutta dagli aerei USA.

Circa 25 minuti piu' tardi ha richiamato per dire che aveva visto un secondo attacco, ma la telefonata e' stata interrotta da rumori sospetti, secondo il corrispondente di ZDF in Iraq. Non vi e' prova che l'ufficio sia stato fatto segno con un missile, razzo o bomba, ed il giornalista sembra sia stato ucciso direttamente. Il suo corpo parzialmente bruciato e' stato identificato fra quelli di altri in una moschea dove erano stati riuniti dopo essere stati trovati per strada. La sua auto non e' stata ritrovata.

Abbas e' il ventesimo giornalista ucciso in Iraq quest'anno ed il trentaquattresimo dall'inizio della guerra. Lo fa rilevare Reporter senza frontiere, che sottolinea come i giornalisti abbiano diritto di protezione nelle zone di guerra secondo le convenzioni di Ginevra.

L'organizzazione per la liberta' di stampa condanna inoltre la decisione di mandar via i giornalisti da Najaf, oscurando di fatto l'informazione dalla citta': "La presenza dei giornalisti a Najaf e' vitale poiche' le peggiori atrocita' si commettono sempre in assenza di testimoni indipendenti. Ai reporter deve essere permesso decidere da soli se desiderano andar via per la propria sicurezza." Gli unici giornalisti abilitati a restare sono quelli integrati nell'esercito degli Stati Uniti.

Intanto Marie-Hélène Carleton, fidanzata francese del reporter Micah Garen - rapito a Nassiryia - si e' appellata ai rapitori pregandoli di liberarlo poiche' "stava facendo semplicemente il suo lavoro come giornalista indipendentemente segnalando gli effetti degli eventi recenti in Iraq e provando a contribuire a conservare l'eredita' archeologica dell'Iraq".

Micah Garen e' sparito il 13 agosto 2004, ma per la fidanzata il rapimento e' la spiegazione più probabile. Il giornalista americano e' scomparso con il suo traduttore iracheno. Secondo molte agenzie di stampa, i due uomini possono essere stati rapiti mentre visitavano un negozio nel mercato del Nassiriya. Finora, nessuno ha pero' rivendicato il sequestro.

Non vi sono indicazioni che chiariscano se Micah Garen e' stato rapito da una fazione irachena per fare pressioni sulla fazione avversaria, come per il giornalista britannico James Brandon, rapito a Bassora il 12 agosto. Una seconda spiegazione e' che il lavoro archeologico del reporter abbia disturbato le attivita' dei miliziani. Altri dicono che il giornalista avesse le prove fotografiche del fatto che i soldati italiani avrebbero sparato su un'ambulanza uccidendo alcune persone, fra cui una donna incinta.

by www.osservatoriosullalegalita.org

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