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NOTIZIARIO del 5 gennaio
2004
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Pace
e legalita' internazionale Il processo a Saddam si dovrebbe tenere in Irak , paese in cui non solo manca una Costituzione ma anche un semplice codice di procedura penale accettabile per uno uno stato di diritto. Il presidente Khatamy ha osservato che essendo Saddam responsabile della morte di un milione di persone , non potrebbe esserci alcun processso a Saddam senza un processo alle potenze che lo hanno sostenuto (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Unione Sovietica). George Bush e Dick Cheney dovrebbero, secondo il presidente iraniano , essere chiamati in causa nel processo come testimoni. Ed ecco la domanda che si é posta uno specialista francese dell¹Irak, Pierre-Jean Luizard : si arriverà al processo, o una provvidenziale tazzina di caffé vedrà scomparire una bomba cosi' esplosiva, come Saddam "la disgrazia"? Quello che resta molto negativo in Irak é una conflittualità accentuata fra le etnie religiose. Mai sciiti e sunniti si sono tanto combattuti , come ora : occorre risalire al XIX secolo per trovare una simile virulenza, e non solo verbale. Incidenti armati scoppiano in varie parti del paese : e se a Falluja e a Ramadi si cantano le lodi di Saddam, a Najaf e a Kerbala si parla delle torture che il Corano riserva ai tiranni: la crocifissione su un tronco di un palmizio, fino alla morte !... La libertà di stampa e di critica al regime di Saddam fiorisce sempre di più nel paese , con vivaci i scontri di opinione, ma il caos accampagna il fenomeno. Si arriverà alla guerra civile ? Nel frattempo, ed é una buona notizia , é stata approvata la Costituzione Afghana che vede scomparire la Sharià e sancire l'eguaglianza di uomini e donne di fronte alla legge. Ciononostante la situazione nel paese é ben lungi dall'essere pacificata: lo stratega della Jihad islamica Gulbuddin Hekmathiar , su cui é stata messa una taglia di parecchi milioni di dollari, scorazza liberamente sulle montagne, alla frontiera pakistana, assolutamente incontrollabile, e puo' contare su molti adepti in Pakistan , a giudicare dal recente attentato a Musharaff (14 dicembre 2003), al quale il presidente é sfuggito per un pelo. In Pakistan la situazione é incandescente , e lungi dall'essere pacificata. Ci sono numerosi incidenti militari intorno a Quetta e nelle provincie di confine. Gli americani non avranno sbagliato il posto in cui condurre e portare a termine la guerra ? Questa é la domanda che già si era posta Bernard Henry Levi,il filosofo francese , autore di un libro sulla morte del giornalista ebreo americano, Daniel Perle , sgozzato dagli islamisti in Pakistan, forse perché sulle tracce dei seguaci di Ben Laden, molto numerosi e potenti nel paese. Siccome i cow-boy hanno sempre bisogno di indiani per giustificare la loro esistenza , non é detto che gli americani non ci ripensino, e che per arrestare Ben Laden scelgano il Pakistan come nuovo terreno di scontro. Il presidente non ha ancora finito il suo lavoro: e se vuole essere rieletto ha bisogno un'altra vera medaglia: Ben Laden, vivo o morto. . * gia' direttrice dell'Istituto italiano di cultura di Marsiglia by Bollettino Osservatorio _____________ I
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