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NOTIZIARIO del 4 gennaio
2004
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Democrazia
economica , democrazia politica in Italia e nel mondo Gli ultimi scandali industriali e finanziari italiani sono dovuti sia alla mancanza di controlli adeguati interni ed esterni ,sia a un deficit generale di etica comportamentale nei grandi imprenditori italiani, con grave perdita di fiducia nei loro confronti , sia da parte degli investitori , che d a parte dei salariati ,e messa a rischio di due cardini dell¹economia nazionale : risparmio e lavoro. Alcune défaillances del sistema sono state identificate: 1) la contabilità dell'impresa (con bilanci falsificati da anni ). 2) il revisore esterno dei conti ( spesso scelto da coloro che teoricamente dovevano esserne controllati) 3)e poi la debolezza operativa dell'autorità di vigilanza superiore che dovrebbe teoricamente vigilare su tutto (in Italia la Consob , che pero¹ non ha poteri, a differenza della SEC americana, che puo¹ persino fare arrestare i responsabili di manipolazioni del bilancio.) Le banche hanno un ruolo molto importante al primo livello: quando concedono prestiti lo fanno in base al grado di solvibilità dell'azienda e alle sue quotazioni in borsa; se chiudono un occhio ed elargiscono prestiti al di là del possibile dovrebbero essere duramente sanzionate dalla Banca Centrale. Essa dovrebbe infatti anche sorvegliare le modalità dei prestiti, e anche a chi sono vendute le obbligazioni di un'azienda , per tutelare i risparmiatori più deboli. C'é però un particolare: siamo in epoca di globalizzazione . La Parmalat é un'impresa multinazionale, che ha esportato liberamente i suoi capitali e le sue obbligazioni nel mondo, anche nei paradisi fiscali delle isole Caiman,con implicazioni anche di banche straniere. A questo punto la vicenda finanziaria si gioca prevalentemente sui mercati internazionali. Le obbligazioni Parmalat sono state vendute da e per le istituzioni straniere, e di serie A. Che faranno allora i creditori internazionali? A chi chiederanno di essere risarciti?Alla Parmalat (ente privato), o allo Stato Italiano, qualora i debiti Parmalat dovessero essere nazionalizzati? Monti, commissario europeo alla concorrenza, al riguardo sta col fucile spianato. Il problema maggiore, é che la finanza internazionale non é stata finora in grado di esercitare alcun controllo preventivo su una truffa che va avanti, stando ai primi elementi dell¹inchiesta, da 15 anni , e che é durata cosi¹ a lungo soprattutto a causa della struttura globalizzata dell¹economia internazionale. Al capitalismo del Terzo millennio si impone una necessità impellente: l'edificazione di un edificio di democrazia economica a più livelli, con autorità interne e internazionali che assicurino i controlli , con modalità preventive di monitoraggio,e non a disastro avvenuto,quando é troppo tardi, con le sanzioni affidate alla magistratura ordinaria. Questa é la vera premessa della democrazia politica: la legge Berlusconiana del falso in bilancio (promulgata ad personam) ha attenuato le pene, per salvare i responsabili delle truffe dal cosiddetto "giustizialismo" ( solo 4 anni di galera , mentre in U.s.a, dopo lo scandalo Enron, le pene sono state inasprite a 20 anni ). E oggi pare sia la Sec l'authority americana, a chiedere la massima severità nei confronti della Parmalat. Se nello scandalo Parmalat dovessero risultare anche coperture politiche , apparirebbe evidente a tutti che non si potrà più parlare di giustizialismo ,da parte della magistratura, e che non si potrà più scaricare sulla stessa le responsabilità che sono politico-elettoralistiche della classe dirigente italiana. Sarebbe indispensabile, come propone Di Pietro, che in Italia organi di controllo giuridico come la Cassazione e la Corte costituzionale potessero vigilare sulla eleggibilità dei candidati espressi nelle liste elettorali, controllando la transparenza dei loro comportamenti , e la loro in censurabilità da parte della giustizia (attualmente pare ci siano nel parlamento italiano 108 inquisiti.) Purtroppo , il conflitto di interessi , presente non solo nel parlamento e nel governo italiano,ma anche in quello di altri paesi occidentali,mostra che alla base delle democrazie ,che l'Occidente vorrebbe addirittura esportare nei paesi arabi, ci sono molti elementi da rivedere , e che sta agli elettori di tutto il mondo , imporre le regole per farlo. Pena il voto. Risulta anche urgente assicurare all'interno dell'ONU, una super autority mondiale,dotata di reali poteri di intervento , che desse parallelamente man forte alle autorities locali , nella prevenzione e nel monitoraggio dei fenomeni di truffa e corruzione,ormai globalizzate , e che, anche attraverso l'istituzione di una leva di tassazione sulla mobilità dei capitali internazionali, fosse possibile reperire le risorse necessarie allo sviluppo dei paesi poveri (come proponeva l'economista americano Tobin). Per una vera democrazia mondiale e non solo , come oggi, per il trionfo dell'American way of life. * Gia' direttrice dell'Istituto italiano di cultura di Marsiglia _____________ I
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