NOTIZIARIO del 23 marzo 2004

 
     

11/9: cosa nascondono Bush e Rice?
di Rita Guma

Il Segretario della difesa USA Donald Rumsfeld ed il suo predecessore sotto l'amministrazione Clinton, William Cohen, sono stati scelti fra coloro che compariranno oggi quali testi di fronte alla commissione indipendente d'indagine sugli attentati dell'11 settembre a New York. Anche il segretario di Stato Colin Powell e il suo predecessore Madeleine Albright saranno ascoltati.

L'udienza pubblica arriva in un momento in cui l'amministrazione Bush e' nella bufera per le sue scelte antiterrorismo, che, secondo il libro dell'ex capo dell'antiterrorismo Richard Clarke, avevano sottovalutato - prima dell'11 settembre - il potenziale pericolo costituito da Al Qaeda, bloccando un programma segreto federale che mirava a verificare l'esistenza di seguaci di Bin Laden negli Stati Uniti.

Clarke accusava l'amministrazione Bush di aver diretto verso l'Iraq quelle energie che sarebbe stato opportuno spendere nella lotta a Bin Laden. Il vice di Rumsfeld, Wolfowitz, aveva ribattuto affermando di aver sempre ritenuto Al Qaeda una grande minaccia ed accusando Clarke di essersi inventato tutto, mentre Bush afferma che e' proprio la pronta reazione del governo USA agli attentati dell'11 settembre a smentire quelle ipotesi.

Un'altra ombra sui retroscena dell'attentato fu gettata alcune settimane fa dal magistrato che ha condotto l'unico processo sugli attacchi dell'11 settembre. Egli infatti si lamento' pubblicamente di non essere stato sostenuto ed aiutato dal ministero della Giustizia, e di esserne stato sostanzialmente ostacolato.

Ieri un gruppo di senatori democratici, fra cui Edward Kennedy, ha reso nota una lettera inviata alla Casa Bianca, che chiede a Bush ed a Condoleezza Rice di testimoniare in commissione in udienza pubblica. Bush aveva acconsentito solo ad un'ora di colloquio riservato e solo con i due coordinatori della commissione in compagnia di Cheney.

Anche per Rice e' previsto un confronto in privato, perche' sembra che ella ritenga un precedente pericoloso testimoniare pubblicamente in quest'occasione. I senatori, nella loro lettera, affermano invece che il suo rifiuto di testimoniare puo' portare ad una sola conlusione, e cioe' che ha qualcosa da nascondere e che non sarebbe disposta a dire tutta la verita'.

Un portavoce del Pentagono ha poi detto ieri che Rumsfeld dira' alla commissione che egli non deve scusarsi per aver ritenuto che l'Iraq fosse potenzialmente coinvolto nei giorni immediatamente seguenti all'11 settembre, perche' l'amministrazione Bush stava mirando ad una "guerra globale al terrore", non solo ad Al Qaeda, ed ha detto che probabilmente Clarke non tiene conto del "contesto".

Le famiglie delle vittime dell'11 settembre hanno comunque lamentato la scarsa collaborazione fornita dall'amministrazione Bush alla commissione, ostacolandone un prolungamento del tempo d'indagine (da due a quattro mesi) e negoziando i tipi di documenti cui essa potra' accedere nella sua inchiesta.

Ma fin dall'inizio Bush si e' opposto in modo palese alla stessa istituzione della commissione.

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