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NOTIZIARIO del 08
luglio 2003
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IL MAGO DI OZ Le recenti polemiche scaturite dallo scontro verbale che ha coinvolto il deputato della Sinistra Europea Martin Schulz ed il premier Silvio Berlusconi impongono, una volta superato l'enorme imbarazzo derivante dal colpo inferto al prestigio internazionale del nostro Paese dalla sciagurata performance del Presidente del Consiglio, una riflessione approfondita sulla preoccupante serie di anomalie che attualmente caratterizzano la situazione politica italiana. In una delle sue ultime canzoni, Roberto Vecchioni, poeta e cantautore dalla immensa sensibilità, ha, seppure velatamente, equiparato il demiurgo di Arcore al Mago di Oz, all'illusionista che, per assicurarsi un'esistenza gratificante, riusciva a governare un paese incantato donando ai suoi sudditi gingilli privi di valore e servendosi di pochi, mirabolanti effetti speciali. Il paragone può risultare appropriato, con una precisazione: al Cavaliere difficilmente può essere riconosciuto, specie alla luce degli ultimi accadimenti, l'acume e la simpatia dimostrata dal personaggio della fiaba. Esprime comunque una verità incontestabile l'affermazione secondo cui, nei suoi due anni a Palazzo Chigi, Berlusconi ha fatto ricorso a tutti i mezzi a sua disposizione per soddisfare i suoi interessi personali: la permanenza in capo a lui del controllo di imprese costituenti un settore vitale dell'economia italiana genera infatti, in quanto integrata dalle prerogative derivanti dalla carica pubblica che ricopre, un concentrato di potere nemmeno ipotizzabile presso qualsiasi altro ordinamento democratico. Inoltre, dopo una serie infinita di tentativi andati a vuoto, la maggioranza di governo è riuscita ad approvare, ergendosi così a difensore dell'eccellentissimo imputato, una legge utile a sospendere ( a tempo indeterminato) un processo, già giunto alla conclusione della fase dibattimentale, in cui allo stesso premier venivano contestati reati di gravità enorme (quali la corruzione di un magistrato), peraltro privi di qualsiasi attinenza con l'attività politica da lui in questi anni svolta. Da consumato prestigiatore, il leader della CDL, forte della roboante grancassa fornitagli dai mezzi di comunicazione obbedienti al suo volere, ha mascherato le reali finalità di tali misure ricorrendo alla abusata alchimia della necessità di contrastare l'azione di un manipolo di magistrati combattenti, ovviamente contigui alla sinistra, per potere effettivamente costruire quel Paese da cartolina delineato negli spot inneggianti al "miracolo italiano". Ma gli incantesimi del Presidente - illusionista (formula da lui colpevolmente trascurata durante la campagna elettorale) non sono, a quanto pare, un modello destinato all'esportazione: come in ogni favola che si rispetti, è sempre una persona priva di poteri straordinari che riesce ad abbattere anche le magie più potenti. Nel caso di specie, è bastato un simpatico signore tedesco, per inciso deputato della Sinistra Europea ed esteticamente lontanissimo dai teoremi esposti nel manuale del perfetto candidato appositamente elaborato per gli esponenti di Forza Italia, ad espugnare il castello di vuota retorica, mezze bugie e verità sapientemente occultate in cui, ormai da tempo, si è barricato il Mago di Oz. L'on. Shulz, in un intervento dai toni forti ma non tanto radicali da apparire qualificabile come un attacco ai principi della corretta dialettica democratica, ha messo in rilievo, riferendosi proprio alla materia del conflitto di interessi e delle pendenze giudiziarie del Cavaliere, la preoccupazione, già espressa da alcuni autorevoli quotidiani europei, relativa alle possibili ripercussioni che la posizione personale di Berlusconi può avere sul semestre italiano di presidenza UE. La reazione del premier, leso nella sua autorevolezza di leader predestinato, è stata quella di un goffo apprendista stregone, risolvendosi, per la costernazione dei suoi stessi collaboratori, nella consueta raffica di insulti in confronto dell'ala progressista del Parlamento Europeo, cui è stata contestata l'imperdonabile mancanza di avere svolto in maniera corretta la funzione di opposizione che in questo momento le è propria. In tal senso, i vari incantesimi posti in essere al fine di attenuare gli effetti della gaffe precedentemente compiuta non stati abbastanza potenti da attenuare l'indignazione comune a gran parte dei popoli del Vecchio Continente derivante dall'epiteto di "turisti della democrazia" con cui sono stati apostrofati i loro rappresentanti in sede comunitaria. E tale indignazione aggrava ulteriormente la già triste visione che l'Italia fornisce di se stessa presso i vari Stati europei: una democrazia evoluta e correttamente funzionante non può essere governata dal Mago di Oz. Carlo Dore jr. ________________
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