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NOTIZIARIO del 15
maggio 2003
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Che
cosa sta accadendo nel Vallo di Diano Quello che sta accadendo nel Vallo di Diano e, in particolare, presso il Consorzio Centro Sportivo Meridionale Bacino SA/3 merita, secondo il parere di chi scrive, una certa attenzione da parte dell'opinione pubblica italiana. Il Consorzio Centro Sportivo Meridionale Bacino SA/3, costituito nel 1998, per gestire Sport e Immondizia in una perfetta sintesi logica, subentra al Consorzio Comuni Depressi (CoCoDe), voluto, negli anni '70, dal Sen. Enrico Quaranta (PSI) per la costruzione del Centro Sportivo Meridionale (CSMe), di cui riporto qui una breve storia. Nel 1972 si metteva la prima pietra di questo grande complesso sportivo, che occupa 15 ettari di terreno, con un contributo da parte della Cassa per il Mezzogiorno di 14-15 miliardi di lire di allora, per quel che ci consta. Il CSMe è tuttora il più grande centro sportivo dell'intero Meridione. Nel 1981 si completavano i lavori, ma le piscine non andavano mai in funzione. La prima manifestazione sportiva di inaugurazione del 1981 prevedeva solo gare di atletica (per inciso, non ricordo di altre manifestazioni simili in seguito). Sembra che, in passato, vi sia stato un certo interesse alla gestione degli impianti da parte di una società del gruppo FININVEST, ma il tutto è poi caduto nel nulla. Nei Mondiali del 1990 la Romania aveva espresso il desiderio di voler trascorrere un periodo di ritiro al CSMe, ma poi anche questa eventualità è sfumata, per via del cattivo collegamento del Vallo con il resto del mondo. Una vera e propria cattedrale nel deserto, nella quale, fino allo scorso anno, il palazzetto dello sport fungeva da dimora per pipistrelli. Il Vallo di Diano aveva bisogno di altre opere e di altri interventi strutturali che potessero far decollare il CSMe, ampiamente sovra-dimensionato per un'utenza strettamente locale. Alcune zone di alcuni paesi sono ancora senza rete fognaria ed il trasporto pubblico è pressoché inesistente, cosicché si è favorito il fiorire di autolinee private che gestiscono, in regime di oligopolio, anche il servizio sostitutivo delle FFSS, visto che il tratto Sicignano-Lagonegro, che attraversa la vallata per intero, è chiuso dal 1987, per poter consentire, così come fu asserito dall'amministrazione delle FFSS, l'ammodernamento della linea. Ecco allora come questa miope operazione politica è stata consegnata alla storia: uno spreco di danaro pubblico per delle opere utilizzate in modo molto ridotto e incomplete per lo più. Adesso tutto il complesso è in malora e si chiedono e si ottengono altri miliardi di lire così distribuiti: studio di fattibilità - 250 milioni di lire (http://www.oice.it/osservatorio/febbraio01/guce.html); completamento impianti sportivi - bando di gara (GU ins 20-09-2001 n. 219) 11 miliardi di lire. La Regione Campania, la Provincia di Salerno e il CONI contribuiscono (non si sa se in aggiunta) per un importo pari a circa 3,5 miliardi di lire. Questo in un'ottica che non rispecchia le priorità di intervento per il rilancio del CSMe, ma solo concede ad un territorio attrezzature sportive, che, gestite insieme all'immondizia dallo stesso ente che ha ereditato beni e strutture dal CoCoDe, andranno a riproporre l'interrogativo di sempre: cui prodest? *Referente Regione Campania Osservatorio sulla Legalità ONLUS
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