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l22 aprile
2003 18.32 Iraq: Onu; Blix fiducioso su rientro ispettori, Consiglio
vorra' esperti non al guinzaglio
NEW YORK
- Il capo della missione Unmovic Hans Blix si è detto oggi fiducioso sul
rientro dei suoi esperti di disarmo per una verifica indipendente delle
armi di distruzione di massa in Iraq dopo la caduta di Saddam Hussein:
«Lo scopo dell'Unmovic era di avere uan verifica indipendente, una verifica
non al guinzaglio di nessun governo. Sono sicuro che il Consiglio di Sicurezza
persisterà in questo orientamento». Blix ha parlato con i giornalisti
prima di entrare in Consiglio per una sessione a porte chiuse sul rientro
dell'Unmovic in Iraq. A un giornalista che gli chiedeva se quanto eventualmente
scoperto dagli Usa in Iraq potesse avere credibilità, ha risposto: «Non
siamo gli unici credibili, ma abbiamo credibilità di essere oggettivi
e indipendenti».
La riunione del Consiglio potrebbe segnare l'avvio d'un nuovo contenzioso
tra Stati Uniti e Onu. Parlando alla Bbc poco prima della sessione al
Palazzo di Vetro Blix ha criticato l'atteggiamento tenuto da Stati Uniti
e Gran Bretagna prima dell'inizio della Guerra contro l'Iraq e accusato
Washington e Londra di non essere state leali e corrette con gli ispettori.
Diversi Paesi del Consiglio fra cui Russia, Francia e Germania condividono
l'opinione di Blix, che gli ispettori dell'Onu dovrebbero tornare in Iraq
il più presto possibile per verificare quasiasi scoperta di armi proibite
che le forze della coalizione dovessero fare (finora, non ne hanno fatte).
Gli Stati Uniti, invece, non vedono «un ruolo immediato» per gli ispettori:
«Noi guardiamo avanti, non indietro»: lo ha oggi detto il portavoce della
Casa Bianca, Ari Fleischer, commentando l'ipotesi di un ritorno in Iraq
degli uomini di Blix.
SDA-ATS
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18 aprile
2003 11.21 Distribuzione controllata di eroina: uno choc per i paesi
repressivi
(Keystone)
Politica liberale o repressiva? Alla conferenza annuale della commissione
Onu per gli stupefacenti i due schieramenti sono rimasti fermi sulle loro
posizioni. Prima partecipazione in veste di membro Onu della liberale
Svizzera: non ci sono critiche dirette. La conferenza della commissione
Onu per gli stupefacenti, tenutasi a Vienna il 16 e il 17 aprile, ha visto
la Svizzera partecipare per la prima volta in qualità di membro ufficiale
a questa riunione. Negli anni passati, la politica liberale in materia
di droga della Confederazione era stata criticata a più riprese dall’organo
di controllo Onu (INCB) adibito a questo settore. Questa volta invece
la Svizzera non è mai stata menzionata esplicitamente, afferma Thomas
Zeltner, direttore dell’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp)
e capo della delegazione elvetica intervenuta alla conferenza viennese.
Tuttavia molti paesi restano critici nei confronti di misure volte a limitare
i danni, come per esempio la distribuzione controllata di eroina o l’allestimento
di spazi in cui è possibile iniettarsi gli stupefacenti. Svizzera, Germania,
Olanda e Belgio – insieme ad altri paesi – hanno optato per queste misure,
attirandosi così le critiche di paesi dalla politica meno liberale. «Si
tratta però di critiche rivolte a determinati metodi» dice Zeltner a swissinfo
«non di critiche rivolte a determinati paesi». Ci sono state critiche
ad alcune misure, ma non a un paese specifico.
Thomas
Zeltner, direttore Ufsp
La minaccia delle risoluzioni La trasparenza dei progetti legislativi
svizzeri permette a tutti membri della commissione Onu per gli stupefacenti
di essere al corrente dell’evoluzione del sistema elvetico. Si sa ad esempio
che la revisione della legge sugli stupefacenti dovrebbe portare alla
depenalizzazione del consumo di canapa. I fautori di una politica più
repressiva hanno tentato di presentare dei progetti di risoluzione per
ostacolare quest’evoluzione. L’ hanno fatto però senza nominare esplicitamente
la Svizzera. Tutti i progetti di risoluzione sono stati respinti. Nella
dichiarazione finale della conferenza dei ministri si invitano le autorità
dei vari paesi a combattere tutte le tendenze alla legalizzazione. «È
un testo con il quale possiamo dichiararci d’accordo» commenta Thomas
Zeltner. «Anche la nostra politica in materia di canapa parte dal principio
che questa sostanza è illegale. A determinate condizioni però, può essere
tollerata». Politica svizzera in materia di droga non più isolata Con
la sua politica liberale, la Svizzera ha precorso i tempi. Ma ora, secondo
il direttore dell’Ufsp, non è più isolata a livello internazionale. «Il
gruppo dei paesi che desidera combattere il problema della droga con metodi
innovativi è in continua crescita, soprattutto nell’Europa occidentale».
Per altri, in particolare per i paesi africani in via di sviluppo, i problemi
si presentano in modo talmente diverso, da rendere loro incomprensibile
la politica svizzera. «Cerchiamo sempre di spiegare la nostra politica,
ma la loro situazione è talmente diversa che sono obbligati a sviluppare
altre strategie», afferma Zeltner.
Obiettivi Onu mancati
Nel 1988 l’assemblea generale dell’Onu aveva approvato una dichiarazione
per una politica in materia di stupefacenti. Tra gli obiettivi c’era l’impegno,
fino al 2003, di promuovere strategie e programmi volti a ridurre la domanda
di stupefacenti. Altro punto importante era rappresentato dalla volontà
di elaborare delle leggi nazionali per la lotta al commercio internazionale
della droga, alla criminalità organizzata e al riciclaggio di denaro sporco.
Per il direttore dell’Ufsp il bilancio non è positivo. «Ci sono solo pochi
ambiti in cui si sono effettivamente registrati dei progressi». Tuttavia,
afferma Zeltner, c’è un consenso generale sul fatto che gli obiettivi
fossero troppo ambiziosi. «La conferenza ha riconosciuto che ci si deve
accontentare di obiettivi più modesti e realistici». L'obiettivo Onu di
avere un mondo senza droga entro il 2008 non è realistico. Thomas Zeltner,
direttore Ufsp Lontana l’armonizzazione delle leggi Lottare contro la
droga e offrire aiuto ai tossicodipendenti: in questo campo sembra al
momento impossibile – e non auspicabile – un’armonizzazione a livello
internazionale dei testi di legge. La situazione nei vari paesi è troppo
diversa perché si possa pensare ad una soluzione unica. Ci sarà per contro
un’armonizzazione nel campo del commercio degli stupefacenti impiegati
a livello medico. Non realistico: un mondo senza droghe Nel 1998 l’Onu
si era riproposta di liberare il mondo dalla droga entro il 2008. «Un
progetto tutt’altro che realistico», commenta Zeltner. Anche alla conferenza
di Vienna è stato fatto notare che fissare degli obiettivi visionari non
è per nulla sensato. Tuttavia a lungo termine, creare una società senza
il problema della droga resta l’obiettivo di molti paesi. «Anche la Svizzera
pensa che sia qualcosa per cui valga la pena di combattere. Ma di sicuro
non ci sarà un mondo senza droga entro il 2008».
Dure critiche da parte delle organizzazioni non governative
Per diverse organizzazioni non governative (Ong), il sistema di controllo
Onu in materia di droga si trova in crisi profonda. In un forum di discussione
organizzato parallelamente alla conferenza dei ministri, le Ong hanno
dichiarato che la «guerra alla droga» condotta dall’Onu non è riuscita
ad impedire l’aumento dei casi di abuso di stupefacenti, né a contenere
il numero di morti. L’Onu, inoltre, ostacolerebbe gli Stati alla ricerca
di nuovi approcci al problema della droga. Lo sviluppo di strategie più
efficaci resta così difficile da raggiungere. Thanasis Apostolou, consigliere
del ministro degli esteri greco George Papandreou, ha dichiarato: «L’Europa
dovrebbe avere il coraggio di mettere in discussione le convenzioni Onu
sulla droga. È necessario che queste convenzioni cambino, di modo che
i paesi europei e gli altri Stati che lo desiderano possano dare seguito
alle loro iniziative, senza la preoccupazione che qualcuno possa dichiararle
non legittime».
swissinfo, Jean-Michel Berthoud (traduzione: swissinfo, Doris Lucini).
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