NOTIZIARIO del 24 aprile 2003

 
     

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l22 aprile 2003 18.32 Iraq: Onu; Blix fiducioso su rientro ispettori, Consiglio vorra' esperti non al guinzaglio

NEW YORK - Il capo della missione Unmovic Hans Blix si è detto oggi fiducioso sul rientro dei suoi esperti di disarmo per una verifica indipendente delle armi di distruzione di massa in Iraq dopo la caduta di Saddam Hussein: «Lo scopo dell'Unmovic era di avere uan verifica indipendente, una verifica non al guinzaglio di nessun governo. Sono sicuro che il Consiglio di Sicurezza persisterà in questo orientamento». Blix ha parlato con i giornalisti prima di entrare in Consiglio per una sessione a porte chiuse sul rientro dell'Unmovic in Iraq. A un giornalista che gli chiedeva se quanto eventualmente scoperto dagli Usa in Iraq potesse avere credibilità, ha risposto: «Non siamo gli unici credibili, ma abbiamo credibilità di essere oggettivi e indipendenti».
La riunione del Consiglio potrebbe segnare l'avvio d'un nuovo contenzioso tra Stati Uniti e Onu. Parlando alla Bbc poco prima della sessione al Palazzo di Vetro Blix ha criticato l'atteggiamento tenuto da Stati Uniti e Gran Bretagna prima dell'inizio della Guerra contro l'Iraq e accusato Washington e Londra di non essere state leali e corrette con gli ispettori. Diversi Paesi del Consiglio fra cui Russia, Francia e Germania condividono l'opinione di Blix, che gli ispettori dell'Onu dovrebbero tornare in Iraq il più presto possibile per verificare quasiasi scoperta di armi proibite che le forze della coalizione dovessero fare (finora, non ne hanno fatte). Gli Stati Uniti, invece, non vedono «un ruolo immediato» per gli ispettori: «Noi guardiamo avanti, non indietro»: lo ha oggi detto il portavoce della Casa Bianca, Ari Fleischer, commentando l'ipotesi di un ritorno in Iraq degli uomini di Blix.
SDA-ATS

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18 aprile 2003 11.21 Distribuzione controllata di eroina: uno choc per i paesi repressivi

(Keystone) Politica liberale o repressiva? Alla conferenza annuale della commissione Onu per gli stupefacenti i due schieramenti sono rimasti fermi sulle loro posizioni. Prima partecipazione in veste di membro Onu della liberale Svizzera: non ci sono critiche dirette. La conferenza della commissione Onu per gli stupefacenti, tenutasi a Vienna il 16 e il 17 aprile, ha visto la Svizzera partecipare per la prima volta in qualità di membro ufficiale a questa riunione. Negli anni passati, la politica liberale in materia di droga della Confederazione era stata criticata a più riprese dall’organo di controllo Onu (INCB) adibito a questo settore. Questa volta invece la Svizzera non è mai stata menzionata esplicitamente, afferma Thomas Zeltner, direttore dell’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp) e capo della delegazione elvetica intervenuta alla conferenza viennese. Tuttavia molti paesi restano critici nei confronti di misure volte a limitare i danni, come per esempio la distribuzione controllata di eroina o l’allestimento di spazi in cui è possibile iniettarsi gli stupefacenti. Svizzera, Germania, Olanda e Belgio – insieme ad altri paesi – hanno optato per queste misure, attirandosi così le critiche di paesi dalla politica meno liberale. «Si tratta però di critiche rivolte a determinati metodi» dice Zeltner a swissinfo «non di critiche rivolte a determinati paesi». Ci sono state critiche ad alcune misure, ma non a un paese specifico.
Thomas Zeltner, direttore Ufsp
La minaccia delle risoluzioni La trasparenza dei progetti legislativi svizzeri permette a tutti membri della commissione Onu per gli stupefacenti di essere al corrente dell’evoluzione del sistema elvetico. Si sa ad esempio che la revisione della legge sugli stupefacenti dovrebbe portare alla depenalizzazione del consumo di canapa. I fautori di una politica più repressiva hanno tentato di presentare dei progetti di risoluzione per ostacolare quest’evoluzione. L’ hanno fatto però senza nominare esplicitamente la Svizzera. Tutti i progetti di risoluzione sono stati respinti. Nella dichiarazione finale della conferenza dei ministri si invitano le autorità dei vari paesi a combattere tutte le tendenze alla legalizzazione. «È un testo con il quale possiamo dichiararci d’accordo» commenta Thomas Zeltner. «Anche la nostra politica in materia di canapa parte dal principio che questa sostanza è illegale. A determinate condizioni però, può essere tollerata». Politica svizzera in materia di droga non più isolata Con la sua politica liberale, la Svizzera ha precorso i tempi. Ma ora, secondo il direttore dell’Ufsp, non è più isolata a livello internazionale. «Il gruppo dei paesi che desidera combattere il problema della droga con metodi innovativi è in continua crescita, soprattutto nell’Europa occidentale». Per altri, in particolare per i paesi africani in via di sviluppo, i problemi si presentano in modo talmente diverso, da rendere loro incomprensibile la politica svizzera. «Cerchiamo sempre di spiegare la nostra politica, ma la loro situazione è talmente diversa che sono obbligati a sviluppare altre strategie», afferma Zeltner.
Obiettivi Onu mancati
Nel 1988 l’assemblea generale dell’Onu aveva approvato una dichiarazione per una politica in materia di stupefacenti. Tra gli obiettivi c’era l’impegno, fino al 2003, di promuovere strategie e programmi volti a ridurre la domanda di stupefacenti. Altro punto importante era rappresentato dalla volontà di elaborare delle leggi nazionali per la lotta al commercio internazionale della droga, alla criminalità organizzata e al riciclaggio di denaro sporco. Per il direttore dell’Ufsp il bilancio non è positivo. «Ci sono solo pochi ambiti in cui si sono effettivamente registrati dei progressi». Tuttavia, afferma Zeltner, c’è un consenso generale sul fatto che gli obiettivi fossero troppo ambiziosi. «La conferenza ha riconosciuto che ci si deve accontentare di obiettivi più modesti e realistici». L'obiettivo Onu di avere un mondo senza droga entro il 2008 non è realistico. Thomas Zeltner, direttore Ufsp Lontana l’armonizzazione delle leggi Lottare contro la droga e offrire aiuto ai tossicodipendenti: in questo campo sembra al momento impossibile – e non auspicabile – un’armonizzazione a livello internazionale dei testi di legge. La situazione nei vari paesi è troppo diversa perché si possa pensare ad una soluzione unica. Ci sarà per contro un’armonizzazione nel campo del commercio degli stupefacenti impiegati a livello medico. Non realistico: un mondo senza droghe Nel 1998 l’Onu si era riproposta di liberare il mondo dalla droga entro il 2008. «Un progetto tutt’altro che realistico», commenta Zeltner. Anche alla conferenza di Vienna è stato fatto notare che fissare degli obiettivi visionari non è per nulla sensato. Tuttavia a lungo termine, creare una società senza il problema della droga resta l’obiettivo di molti paesi. «Anche la Svizzera pensa che sia qualcosa per cui valga la pena di combattere. Ma di sicuro non ci sarà un mondo senza droga entro il 2008».
Dure critiche da parte delle organizzazioni non governative
Per diverse organizzazioni non governative (Ong), il sistema di controllo Onu in materia di droga si trova in crisi profonda. In un forum di discussione organizzato parallelamente alla conferenza dei ministri, le Ong hanno dichiarato che la «guerra alla droga» condotta dall’Onu non è riuscita ad impedire l’aumento dei casi di abuso di stupefacenti, né a contenere il numero di morti. L’Onu, inoltre, ostacolerebbe gli Stati alla ricerca di nuovi approcci al problema della droga. Lo sviluppo di strategie più efficaci resta così difficile da raggiungere. Thanasis Apostolou, consigliere del ministro degli esteri greco George Papandreou, ha dichiarato: «L’Europa dovrebbe avere il coraggio di mettere in discussione le convenzioni Onu sulla droga. È necessario che queste convenzioni cambino, di modo che i paesi europei e gli altri Stati che lo desiderano possano dare seguito alle loro iniziative, senza la preoccupazione che qualcuno possa dichiararle non legittime».
swissinfo, Jean-Michel Berthoud (traduzione: swissinfo, Doris Lucini).