Inaugurazione
anno giudiziario: tra Costituzione, orgoglio e pregiudizio
di Rita Guma
Sull'inaugurazione
dell'anno giudiziario si appuntano in questo primo scorcio di 2003 gli
occhi di tutti, dopo l'energica sortita di Saverio Borrelli che lo scorso
anno a Milano, pronuncio' il suo fatidico RESISTERE RESISTERE RESISTERE.
Tra lettura
girotondista ed orgoglio di essere magistrato - ed un magistrato serio,
conosciuto in tutto il mondo per le sue analisi, che compaiono anche in
documenti della Comunita' Europea, e per aver guidato il famoso pool di
Mani Pulite, mille volte attaccato, anche in tribunale, e mille volte
assolto, anche dalla Corte di Giustizia Europea - quel RESISTERE ripetuto
e' entrato nel cuore degli Italiani ed e' rimbalzato dal Palavobis al
14 settembre, passando di voce in voce, di cuore in cuore.
Nel frattempo
a Palermo ed in altre Corti d'Appello i magistrati decidevano gesti simbolici
per manifestare la protesta ed il lutto per gli attacchi alla magistratura
posti in essere nell'ambito stesso di altre istituzioni. Ecco perche'
tanta attesa, tanti timori, tanto significato attribuito alla fatidica
data del 18 gennaio, giorno in cui in tutte le procure d'Italia si celebrera'
la "festa" dei giudici e della giustizia.
Diverse associazioni
girotondiste - anche quella che dirigo - hanno preparato manifestazioni
concomitanti con gesti simbolici per esprimere il loro appoggio all'indipendenza
della magistratura ed il dissenso nei confronti di buona parte delle riforme
della legislazione penale, proprio mentre la Lega riprende gli attacchi
ai magistrati, accusati, questa volta, di vanificare la legge Bossi-Fini
sull'immigrazione.
A parte il
fatto che le affermazioni dei dirigenti leghisti sono risibili, assimilando
tutta la magistratura alla sinistra - e ben sappiamo invece quanti magistrati
abbiano il cuore a destra - il metodo e' sempre lo stesso, esse fanno
solo da contraltare a tutte le riforme passate e future che rannuvolano
l'orizzonte di quest'anno giudiziario 2003.
Vediamo lo
stato del sistema giudiziario italiano e l'ambito del diritto in cui i
magistrati si trovano ad operare.
LA DURATA
DEI PROCESSI
La Costituzione prevede che i processi abbiano "ragionevole durata". Oggi
la ragionevole durata e' quasi impossibile da realizzare, dato che numerosi
provvedimenti e la carenza degli organici creano notevoli ostacoli al
rapido svolgimento dei processi. La corte di giustizia europea ha inflitto
tempo fa una condanna all'Italia per un processo durato settant'anni,
ed un documento della commissione europea ci rimprovera per i nostri ritardi
in tribunale. Se ne lamentava in uno studio il prof. Sergio Chiarloni,
avvocato e docente di diritto penale dell'Universita' di Torino, che affrontava
l'aspetto come limite grave per l'efficienza di un "servizio pubblico
fondamentale", e lo ribadiva ieri Gerardo D'Ambrosio su L'Unita', concludendo
che "Per la riduzione dei tempi del processo insomma nulla, assolutamente
nulla è stato fatto in questa legislatura, nel corso della quale si è
andati addirittura in direzione contraria, approvando, ad esempio, la
legge sulle rogatorie, che ha allungato i tempi dei procedimenti in cui
è necessaria la raccolta della prova all'estero, proprio quelli insomma
riguardanti i criminali più pericolosi, ed accorciando in compenso drasticamente
i tempi di prescrizione per i reati societari."
L'INDIPENDENZA
DELLA MAGISTRATURA
La Costituzione dice che "La magistratura costituisce un ordine autonomo
e indipendente da ogni altro potere", art. 104, comma 1°, e che "Il giudice
è soggetto soltanto alla legge", art. 101 comma 2°. Inoltre "I magistrati
si distinguono fra loro soltanto per diversità di funzioni", art. 107,
comma 3°. A parte i diversi tentativi compiuti di recente per orientare
le decisioni dei magistrati (sia in occasione di singoli processi eclatanti,
sia in generale, con accuse ed attacchi tesi a delegittimarla, sia infine
con l'intimazione alle associazioni dei magistrati di consegnare gli elenchi
degli iscritti per verificare l'orientamento sindacale e politico degli
stessi), numerosi provvedimenti approvati o allo studio hanno la conseguenza
di rendere la magistratura inquirente (il PM) soggetta al controllo del
ministero della giustizia. Va in tal senso l'aumento dei membri politici
del CSM, la modifica della Corte di Cassazione, in termini fortemente
influenzati dall'esecutivo, l'attribuzione a questa di compiti di gestione
della "scuola della magistratura", la divisione delle carriere ed il disegno
di legge che prevede appunto che la magistratura inquirente (cioe' quella,
per intenderci, che intraprende l'azione giudiziaria, effettua le indagini
e presenta le accuse) sia soggetta al potere politico. In tal modo si
potrebbero orientare sia la selezione dei magistrati per i vari livelli
di carriera, sia le scelte di quali processi vadano intrapresi e quali
no (oggi e' prevista l'obbligatorieta' dell'azione penale).
LA DISPARITA'
FRA ACCUSA E DIFESA
La Costituzione dice che "che ogni processo si svolge in contraddittorio
tra le parti, in condizioni di parità, davanti ad un giudice terzo ed
imparziale". Antonino Scopellitti, il magistrato ucciso dalla N'drangheta,
chiedeva che almeno i diritti delle vittime fossero garantiti come quelli
dei colpevoli. Potremmo aggiugere che anche quelli di tutte le altre parti
in causa dovrebbero essere garantiti. A parte quanto detto poco sopra
sull'imparzialita' del giudice, la condizione di parita' fra le due parti
processuali e' oggi fortemente sbilanciata. Cominciando con l'bbligo,
da parte di un pubblico ufficiale di dichiarare che sta per sparare, cosa
che non vale invece per il criminale, abbiamo i seguenti fatti:
1- l'obbligo di collaborare con il P.M. vale oggi solo per i testimoni
e per i Consulenti, ma non per gli indagati;
2- gli avvocati, anche se al corrente della colpevolezza del loro assistito,
sono protetti dal segreto professionale, e possono impegnarsi per la sua
assoluzione senza essere considerati complici (a differenza che in USA,
dove hanno diritto ad abbandonare la difesa e l'obbligo alla denuncia);
3- gli avvocati difensori possono compiere indagini come il PM, con la
differenza che questi e' soggetto ad alcune regole e con il rischio di
intimidazioni (si pensi ai processi di mafia);
4- i processi possono anche essere annullati (non revisionati) per vizi
di forma, consentendo la scarcerazione di persone manifestamente colpevoli;
5- il giusto processo ha introdotto l'obbligo dell'interrogatorio in presenza
dell'accusato, con gravi risvolti nei processi di mafia, per stupro e
su minori, a causa del condizionamento psicologico del testimone, ed ha
sancito la nullita' delle prove testimoniali raccolte in fase istruttoria
se non confermate di fonte al magistrato giudicante, con il rischio che,
dati i tempi della giustizia, o dati i meriti della lupara, la morte del
teste sopraggiunga prima della testimonianza;
6) la tempestivita' con cui l'indagato deve essere avvertito che vi sono
indagini in corso su di lui, permette l'occultamento delle prove;
7) in caso di errore giudiziario chi e' stato erroneamente condannato
puo' richiedere i danni allo Stato, ma non e' prevista la stessa cosa
per le vittime cui un errore giudiziario ha sottratto la giusta riparazione
morale data dalla condanna del reo, soprattutto quando questi, rimesso
in liberta', diventa un incubo nelle loro vite.
Infine,
se oggi in caso di errore giudiziario si prevedere solo una sanzione pecuniaria
saldata dallo Stato, e' prevista a breve l'introduzione della carcerazione
per il magistrato colpevole, in misura addirittura superiore alle condanne
previste per omicidio.
Marco Travaglio
riportava a questo proposito il commento ironico di un magistrato che
prevedeva la possibilita' paradossale di assolvere il reo ed affrontarlo
poi con una pistola, garantendosi quindi una pena inferiore. Queste sono
solo alcune pennellate del quadro, ma, come si puo' vedere, si tratta
di un quadro a tinte fosche, con forti pregiudizi per l'esercizio sereno
della giustizia.
Che altro
dire? Auguri per il nuovo anno ai magistrati. RESISTETE, RESISTETE, RESISTETE!
Bollettino
Osservatorio
_____________
I
CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE COPIATI CITANDO E LINKANDO LA FONTE
|
|
|